Chiuso da un decennio nella cassaforte del Comune, da ieri è esposto nella stanza del sindaco. E’ un’opera di Renato Guttuso, una china datata 1948 con certificazione di autenticità di Fabio Carapezza Guttuso, sul figlio adottivo e responsabile degli archivi del maestro di Bagheria. Guttuso amò tanto Scicli, ne visse momenti di grande coinvolgimento negli anni Sessanta quando il mondo culturale nazionale venne in città abbracciando la causa degli aggrottati di Chiafura per dare una vita civile e condizioni di vivibilità a tante famiglie. Con l’allora impegno comunista di tanti militanti ebbe frequenti incontri con i compagni del Pci che gli hanno permesso di conoscere la città e di innamorarsene.
“Siamo contenti di aver messo fuori dalla cassaforte del Comune l’opera, che è di proprietà del nostro ente – commenta il sindaco Mario Marino – da ieri è diventata finalmente fruibile al pubblico. E’ esposto nella stanza istituzionale insieme al bozzetto di “Ricordo del mio paese rosso” di Piero Guccione. La china ritrae una donna nell’atto di sfilare una calza”. Tema che più volte ricorre nell’opera dell’artista bagherese. L’esposizione al pubblico nel corso di una cerimonia alla presenza della presidente del Consiglio comunale Desirè Ficili.