NORIMBERGA 1945

Il 20 novembre 1945, a Norimberga in Germania, inizia un processo considerato il più importante della storia, soprattutto per il numero e l’importanza degli imputati.

Alla sbarra ci sono personalità e personaggi chiave del Terzo Reich, ossia di quell’impero che secondo le parole di Adolf Hitler doveva durare mille anni… e durò poco più di dieci!

Il tribunale internazionale è chiamato a dare una risposta di giustizia a quelli che per la prima volta sono definiti “crimini contro l’umanità”.

Per meglio comprendere i meccanismi storici facciamo un  passo indietro: Norimberga, 15 settembre 1935. In occasione del congresso annuale del Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi (NSDAP), il parlamento del Reich  approva due leggi, note come le leggi di Norimberga dal contenuto razziale e che rappresentano una tappa fondamentale in quel devastante meccanismo che negli anni successive portò all’Olocausto. Una  regola la protezione del sangue e dell’onore tedesco”, mentre l’altra stabilisce le norme sulla cittadinanza tedesca distinguendo tra cittadini a pieno diritto, ossia quelli che hanno sangue tedesco e cittadini privi  di diritti, perché non hanno sangue tedesco. Vorrei trascrivere i passaggi più inquietanti  dei due testi legislativi che sono formati da pochi e stringati articoli, ma  che porteranno a conseguenze drammaticamente nefaste.

          “Il Reichstag fermamente convinto che la purezza del sangue tedesco sia essenziale per il futuro della Nazione Germanica, ha unanimemente deciso l’emanazione  della seguente legge:

I matrimoni tra ebrei  e cittadini di sangue tedesco o affini sono proibiti. I matrimoni  contratti in violazione della presente legge sono nulli, anche se per eludere questa legge venissero contratti all’estero.

Le relazioni extraconiugali tra ebrei e  cittadini di sangue tedesco sono proibite.

Agli ebrei non è consentito  impiegare  come domestiche donne di sangue tedesco di età inferiore ai 45 anni.

Agli ebrei è vietato esporre  la bandiera nazionale del Reich o i suoi colori. Agli ebrei è consentita l’esposizione dei colori giudaici. L’esercizio di questo diritto è tutelato dallo stato.”

         

          “Il Reichstag ha approvato all’unanimità la seguente legge:

Cittadino dello Stato è quella persona che gode della protezione del Reich Tedesco e che in conseguenza di ciò ha specifici doveri verso di esso.

Il cittadino del Reich può essere solo colui che abbia sangue tedesco  o affine e che dimostri, attraverso il suo comportamento, il desiderio di voler servire fedelmente il Reich e il popolo tedesco. Il diritto alla cittadinanza viene acquisito attraverso la concessione di un certificato di cittadinanza del Reich. Solo un cittadino  del Reich gode di tutti i diritti politici stabiliti per legge.”

 

Ma chi è da considerare ebreo?  A questo scopo vengono approvati i provvedimenti atttuativi dove si considera ebreo chiunque discenda da almeno tre nonni ebrei o da due soli nonni  ebrei di fede giudaica o chi abbia un congiunto ebreo  alla data del 15 settembre 1935.

Sono invece considerati Mishlinge (sangue misto) coloro che hanno solo un nonno ebreo  o due nonni ebrei, ma non di fede “giudaica” o non hanno congiunti ebrei  alla data del 15 settembre 1935.

Ma, in quegli anni, le leggi di Norimberga non sono però il primo atto legislativo in Germania di contenuto discriminatorio. La politica razziale del nazismo, principalmente orientata la comunità ebraica (ma non solo), comincia subito dopo che Adolf Hitler prende il potere; nell’aprile  del 1933 una serie di leggi  decreta l’esclusione degli ebrei dalle amministrazioni pubbliche, dei medici ebrei dalle strutture sanitarie pubbliche e degli avvocati dall’Ordine. Proibisce anche agli ebrei di praticare la professione di giornalista e si limita il numero dei bambini e degli ebrei ammessi nelle scuole e nelle università tedesche.

È noto che l’antisemitismo è uno degli elementi base dell’ideologia nazista. Solo la Volksgemeinshaft fa parte a pieno titolo del popolo tedesco. Nemici della Germania sono considerati tutti gli ebrei, responsabili, secondo l’ideologia nazista, di tramare contro il popolo tedesco. Gli ebrei diventano il capro espiatorio di  tutti i mali  che, dopo la sconfitta della Grande Guerra e, in particolare negli anni Trenta, affliggono la Germania, ossia la crisi economica, la disoccupazione, la povertà.

Dal celebre  libro di Hitler, Mein Kampf, pubblicato nel 1925, cito qualche  frase per avere un’idea: “L’ebreo è e rimane un tipico parassita, uno scroccone, che, come bacillo nocivo, continua a diffondersi là dove trova un ambiente adatto, e l’effetto della sua esistenza è proprio quello dei parassiti: dovunque si installi, il popolo che lo ospita prima o dopo muore”.

L’esistenza spinge l’ebreo a mentire, e a mentire perpetuamente. La sua vita tra altri popoli può durare a lungo solo se egli è in grado di accreditare l’opinione secondo la quale il suo non è un popolo, ma una ‘comunità religiosa’ sebbene di tipo speciale.

Ma un popolo razzialmente puro, conscio del suo sangue, non potrà mai essere schiavizzato dall’ebreo. In questo mondo l’ebreo potrà comandare solo ed esclusivamente su popoli bastardi.”

Dopo le leggi di Norimberga, la situazione precipita. Un decreto del 21 dicembre 1935 impone il licenziamento  definitivo di tutti i docenti universitari, i professori, gli avvocati, e i notai ebrei che ancora siano per qualche motivo ancora  in servizio nelle pubbliche amministrazioni. L’anno successivo agli ebrei sono precluse attività di liberi professinisti.

E nei 1937-38 altre norme limitano i pesantemente la gestione di aziende e imprese di proprietà ebraica.

Una legge del 26 aprile 1938 rende obbligatoria la denuncia dei beni di proprietà degli ebrei, norma che anticipa la sistematica confisca attuata in seguito; un’altra norma  dello stesso anno pone l’obbligo di far apporre sulla carta d’identità una “J” per Jude. Sempre nel ’38, nella notte tra il 9 e il 10 novembre più di settemila negozi vengono saccheggiati, le vetrine infrante e da qui il nome Kristallnacht (la notte dei cristalli)  e poco dopo vengono esclusi tutti i bambini e i ragazzi dalle scuole di ogni ordine e grado.

Con la guerra l’atteggiamento persecutorio si acuisce. Dapprima i ghetti  e poi si moltiplicano i campi di concentramento. Il 20 gennaio 1942 in una riunione segretissima nei pressi di Berlino am grossen Wannsee, n. 56-58 dove sono presenti i più importanti gerarchi nazisti ed esponenti del governo (assente il Führer) viene decisa la soluzione finale della questione ebraica, ossia lo sterminio fisico di tutti gli ebrei, fino all’ultimo.

Nei campi di concentramento  come quelli di Auschwitz-Birkenau, Treblinka, Dachau… per citare alcuni dei più tristemente noti, l’eliminazione fisica viene pianificata e gestita dagli ufficiali delle SS con tecniche moderne: il sistema delle camere a gas!

Ancora con la guerra in corso, le potenze alleate dichiarano solennemente che appena  ottenuto l’armistizio da parte della Germania, qualunque sia i suo governo,   gli ufficiali e i soldati tedeschi e i membri del partito nazista responsabili o complici delle atrocità dei massacri e delle esecuzioni di massa commesse a sangue freddo dagli eserciti hitleriani in un grande  numero di Paesi da essi invasi, saranno consegnati, per essere giudicati e puniti secondo la legge delle nazioni liberate.

“La suddetta dichiarazione non prescinde dal caso dei criminali di guerra tedeschi i cui crimini non siano localizzabili geograficamente. Costoro saranno puniti  dai governi alleati con un verdetto comune.”

Finita la guerra, la sede del processo anziché la capitale del Terzo Reich, Berlino (bombardata rasa al suolo) venne scelta Norimberga, sia perché era rimasto in piedi il palazzo di giustizia, sia perché Norimberga  rappresentava – con Berlino e Monaco – una delle città simbolo del potere e ideologia nazista: la più tedesca delle città, come la definì Hitler.

Per concludere, a presiedere il tribunale venne incaricato il giudice britannico lord Geoffrey Lawrence, a rappresentare l’accusa in rappresentanza delle quattro potenze vincitrici 4 procuratori (pubblici ministeri), capo procuratore lo statunitense Robert Jackson, già ministro della giustizia di Roosvelt e il sistema giuridico adottato  per la procedura  è quello Anglo-americano.

Dopo un lungo dibattito vengono selezionati  24 imputati per rappresentare la classe dirigente nazista nei suoi  principali settori: diplomatico, economico, politico e militare. Hitler, Himmler e Goebbels non possono essere processati in quanto suicidi subito prima della fine della guerra e il tribunale decide di non processarli a posteriori per non creare l’illusione che fossero ancora vivi. Alla fine solo 21 imputati compaiono davanti  ai giudici. L’industriale tedesco  Gustav Krupp viene escluso  dal procedimento perché anziano e malato, il segretario del partito Nazista Martin Bormann viene giudicato e condannato in contumacia e un altro imputato, Robert Ley, si suicida alla vigilia del processo.

Gli imputati non ammettono di essere colpevoli, ma le prove schiaccianti, oltre alle testimonianze dei sopravvissuti, sono quelle dei filmati che li inchiodano alle loro  responsabilità.

 Il 27 ottobre 1946, il tribunale emette la storica sentenza: 12 imputati sono condannati a morte per impiccagione  tra i quali Hermann Goering e Ernst  Kaltenbrunnen; tre vengono assolti  e gli altri condannati ad una pena detentiva che andava dai 10 ai 20 anni.

Le impiccagioni vengono eseguite nella notte tra il 15  il 16 ottobre. Goering si suicida la sera prima di salire sul patibolo con una capsula di cianuro, ma il suo cadavere viene ugualmente appeso ala forca. I corpi dei giustiziati vengono cremati e le ceneri disperse nel fiume Isar per evitare ogni rischio di culto postumo.

A questo punto penso sia opportuno mettere una poesia di un ignoto internato a KL Bierkenau. Mi è venuta tra le mani ieri e ho pensato che  per il Giorno della Memoria andava pubblicata a nome di tutti coloro ‘passati per il camino’ parafrasando un celebre titolo di un libro di Pappalettera.

 

CENERI

Un giorno torneremo a casa

o forse no,

chi lo sa?

 

Un giorno penseremo

che tutto è stato un sogno orrendo, tutto

quel che è accaduto laggiù, in quella Auschwitz

dove il camino sputa fumo

di continuo… di continuo…

 

Vedi la colonna di fumo

e l’enorme bagliore?

“C’è il fuoco?”, domandi.

Ma non lo sai?

Stanno bruciando

migliaia, milioni di corpi umani!

 

Gente arrivata qui in grossi gruppi,

apparentemente in un porto sicuro

dopo un viaggio lungo e stancante,

qui, dove c’è l‘acqua per dissetarsi

e per lavarsi.

Ma c’è anche il gas…

“Gas?”, domandi

Ma non lo sai?

 

È il gas che soffoca,asfissia,

strangola.

La gente non può dire parola

del dolore che prova.

Viene subito ridotta al silenzio

e, in un attimo

solo una colonna di fumo mostrerà

che qui è stata,

che qui è vissuta

e perita, lasciando soltanto

… CENERI!…