Il futuro della Casa di Comunità a Modica è legato al destino del PNRR e nel caso in cui dovesse essere veramente “nero” come si preannuncia all’orizzonte è doveroso coinvolgere il governo regionale per salvarne il finanziamento. A sostenerlo Vito D’Antona, esponente di Sinistra Italiana Modica, che lancia un appello. Sente che il terreno comincia a franare e la città della Contea non può rischiare di perdere una struttura sanitaria importante ma soprattutto fondamentale per snellire il “carico” del pronto soccorso dell’ospedale Maggiore-Nino Baglieri.
“Una delle misure prese in considerazione riguarda la sanità e, in particolare, si ipotizza una riduzione del numero delle Case di Comunità da 1350 a 936, eliminando quelle da realizzare mediante la costruzione di nuovi edifici – spiega D’Antona – a Modica è prevista la realizzazione di una Casa di Comunità da costruire in un’area occupata dall’edificio della Scuola “Giovanni XXIII”, previa demolizione dello stesso, dichiarato inagibile, e per la quale a marzo l’Asp di Ragusa ha già approvato lo studio di fattibilità.
Nella nuova geografia sanitaria pubblica tali strutture sono importanti, in quanto sono chiamate a garantire l’assistenza ventiquattrore su ventiquattro con la presenza di medici, anche specialistici, e infermieri, saranno dotate di apparecchiature diagnostiche, rappresentando un rafforzamento dei servizi socio assistenziali sul territorio, riducendo il carico al pronto soccorso degli ospedali e avvicinando sempre di più e meglio la sanità ai cittadini”.
Per Vito D’Antona è necessario non perdere il treno. Si rischia, in questo momento, troppo. “Poiché Modica non può perdere questa occasione – afferma – il governo regionale assieme alle altre Regioni si impegni a discutere la problematica con il governo nazionale per assicurare, se a rischio, il finanziamento per la realizzazione della Casa di Comunità”.