MANIFESTAZIONE NAZIONALE FIOM: PRESENTE ANCHE UNA DELEGAZIONE DI RAGUSA

Presente alla manifestazione indetta dalla Fiom “Unions Diritti, Lavoro, Democrazia” Sabato 28 Marzo, anche un delegazione della Fiom di Ragusa.

Dopo la grande manifestazione di San Giovanni del 25 ottobre, lo Sciopero generale del 12 dicembre e le mobilitazioni delle categorie del pubblico impiego, del settore alimentare e dei bancari, anche i metalmeccanici della Cgil, dunque, sono scesi in piazza per chiedere un cambio di direzione delle politiche economiche e sociali del governo.

“Non va il Jobs Act, non va il sistema pensionistico troppo rigido, non va il mancato rinnovo dei contratti, non vanno le crescenti disuguaglianze del Paese” – afferma con decisione il Segretario generale della Fiom Ragusa, Francesco Maltese – “non ci stancheremmo di denunciarlo e di percorrere tutte le strade per modificare questa situazione”.

“Metteremo in campo azioni contrattuali nei luoghi di lavoro” – continua – “per far sì che le nuove assunzioni a tutele progressive abbiano l’estensione dei diritti previsti per i vecchi Ccnl, e che quindi lo Statuto dei lavoratori non venga progressivamente cancellato”.

Dagli interventi che si sono susseguiti dal palco fino all’intervento conclusivo di Landini le richieste al governo sono chiare.

“Cambiare il Jobs act; cambiare la riforma Fornero attraverso una riduzione drastica dell’età pensionabile, 62 anni deve essere l’età di uscita senza penalizzazioni, così come bisogna ripristinare le pensioni di anzianità, a partire dai lavori più pesanti; riformare gli ammortizzatori sociali perché si vada a un’estensione della cassa integrazione ordinaria e straordinaria a tutti i settori”.

“Infine” – conclude Maltese – “va messa in campo la decisione della Cgil di costruire un Nuovo Statuto dei Lavoratori, attraverso un coinvolgimento che riguardi tutte le forme di lavoro, non solo quello dipendente: deve essere di nuovo sancito il principio che, a parità di lavoro, deve corrispondere parità di diritti e retribuzione”.

Verrà avanzata, quindi, una proposta di legge d’iniziativa popolare, i cui contenuti verranno costruiti raccogliendo firme e sottoponendoli, poi, a consultazione straordinaria di tutti gli iscritti e, se è il caso, ricorrendo anche al referendum abrogativo.