Cronaca

Mafia a Vittoria: operazione ” Survivors” in appello riformate le condanne

Sono stati 9 i condannati in primo grado, che hanno promosso ricorso in Appello. Oggi la seconda sezione penale della Corte di Appello di Catania ha pronunciato la sentenza che in parte riforma le condanne di primo grado e assolve uno degli imputati per ‘non avere commesso il fatto”.

L’indagine

L’impianto accusatorio dell’ operazione messa a segno nel 2017 individuava la presenza di un’associazione mafiosa “stiddara” che faceva capo a quello che è stato definito “clan Ventura”, storicamente riferibile al clan Carbonaro-Dominante. L’operazione che venne coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania – le indagini vennero affidate a carabinieri e Squadra mobile della polizia – portò alla individuazione di un gruppo armato che secondo la tesi dell’accusa si sarebbe imposto a Vittoria e a Comiso e che secondo gli inquirenti era riferibile alla famiglia Ventura, mettendo in atto estorsioni, recupero crediti e controllo delle attività economiche anche del mercato ortofrutticolo e dell’indotto utilizzando pure l’intestazione fittizia dei beni. 

La sentenza di Appello

In buona parte, la sentenza di Appello prende atto di alcune prescrizioni nel frattempo intervenute e riforma le condanne nel seguente modo:

Filippo Ventura (difeso dall’avv.Giuseppe Di Stefano), viene condannato a 26 anni e 8 mesi di reclusione – in primo grado era stato condannato a 28 anni di carcere – sempre in continuazione con altra sentenza di condanna a 12 anni divenuta irrevocabile nel 2013.

G.Battista “Titta” Ventura, (difeso dagli avvocati Giuseppe Di Stefano e Maurizio Catalano)15 anni e 6 mesi (18 anni in primo grado)

Angelo Ventura, figlio di Titta Ventura (difeso dall’avv. Giuseppe Di Stefano), 13 anni e 6 mesi (un mese in meno rispetto al primo grado);

Francesco Giliberto, (difeso dagli avvocati Giuseppe Di Stefano e Enrico Platania) 9 anni (rispetto agli 11 di primo grado)

Rosario Nifosì, (difeso dall’avv. Italo Alia) 15 anni (un anno in meno rispetto alla sentenza di primo grado);

Salvatore Nicotra, (difeso dall’avv. Italo Alia) 9 anni e 4 mesi (rispetto ai 10 anni e 2 mesi del primo grado

Salvatore Macca (difeso dall’avv. Saverio La Grua) confermati 9 anni di reclusione e condanna al pagamento delle ulteriori spese processuali.

Angelo Di Stefano, (difeso dall’avv. Daniele Scrofani) non doversi procedere per intervenuta prescrizione (3 anni in primo grado).

Maurizio Angelo Cutello (difeso dall’avvocato Franco Vinciguerra) assolto per non aver commesso il fatto. In primo grado era stato condannato a 12 anni.