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Le ragazze della Sartoria sociale Proxima Ragusa partecipano alle iniziative di sensibilizzazione della Fashion week revolution: domani l’anniversario

Domani, 24 aprile, è il giorno in cui, nel 2013, è avvenuto il crollo dell’edificio Rana Plaza, in Bangladesh. Uno degli episodi più drammatici del mondo della moda che ha causato la morte di 1.138 operai e ne ha feriti altri 2.500. Ebbene, da allora il movimento globale che mira a sensibilizzare i consumatori sulle loro abitudini di acquisto si batte per un’industria della moda più equa ed etica.

Anche la Sartoria sociale Proxima Ragusa ha voluto dire la propria unendosi, con le ragazze che partecipano al laboratorio, vittime di tratta e di sfruttamento lavorativo, all’attività di supporto per l’adozione di linee più inclusive e rispettose dell’ambiente oltre che dei diritti umani, la Fashion week revolution. “Ma non solo – sottolinea Letizia Blandino, responsabile della Sartoria sociale Proxima – ci adoperiamo per sensibilizzare i consumatori verso un acquisto etico e sostenibile.

Quanto accaduto nel 2013 è l’episodio di rottura di un percorso che ha portato a un ripensamento dei rapporti tra esseri umani nei confronti dei vestiti che indossiamo e della natura che ci circonda.

Ecco perché le ragazze di Proxima Ragusa con gli slogan “Who made my fabric?” e “Who made my clothes?” (letteralmente chi ha fatto i miei vestiti, la mia stoffa) vogliono contribuire a lanciare un messaggio chiaro circa il fatto che occorre riportare i diritti umani al centro della discussione”.