LA VIOLENZA SULLE DONNE NELLE SERRE DELL’IPPARINO

“Quanto sta emergendo, per l’ennesima volta, da alcuni reportage giornalistici sulle serre del Ragusano, ci obbliga ad intraprendere immediatamente azioni di intervento per ripristinare la legalità e il rispetto della dignità umana”. È quanto dichiarato dalla senatrice Venera Padua e dalla vicepresidente del Senato Valeria Fedeli sulle violenze subite da donne dell’Est europeo in alcune zone agricole del Sud-Est siciliano e, in particolare, dell’Ipparino. “La nostra società “cosiddetta” civile – aggiungono Padua e Fedeli – non può chiudere gli occhi di fronte agli episodi di efferata violenza di cui sono vittime innocenti giovani madri o ragazze poco più che ventenni, in prevalenza romene, nelle serre di Vittoria. A loro vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà, la nostra vicinanza e il rifiuto totale per atti inqualificabili che oltraggiano la dignità della persona”. “Sappiamo che ci sono giovani donne – denunciano ancora Padua e Fedeli – che, quotidianamente, subiscono violenze e soprusi indicibili da parte dei loro ‘padroni’ nei campi del Ragusano. Non si può continuare ad assistere in silenzio al perpetrarsi di tali episodi. Purtroppo, questa situazione è reale, esiste e nonostante gli sforzi di uomini di buona volontà e dell’impegno delle forze dell’ordine  che cercano di ‘portare a galla’ quello che realmente succede, un velo di noncuranza sembra coprire tutto. Il nostro grido di dolore e di denuncia verso una situazione del genere deve, invece, levarsi forte e deciso”.

“Confidiamo molto – sottolineano ancora le due senatrici – nella volontà del Governo di porre un argine a tanta violenza come previsto già nel Piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere, speriamo solo si riesca rapidamente a passare ai fatti concreti per tutelare e difendere i diritti di donne, come quelle sfruttate al pari di schiave nel Sud-Est della Sicilia, che tutti i giorni vivono nell’ombra di un silenzio assordante”. Un pensiero, inoltre, è rivolto a “tutte quelle persone e quelle associazioni che stanno coraggiosamente denunciando le condizioni di schiavitù in cui sono ridotte le donne in quelle serre, tra abusi fisici e psicologici che trovano terreno fertile nelle condizioni di sfruttamento dei migranti, di lavoro nero, di omertà. Dobbiamo fornire alle comunità locali – concludono Padua e Fedeli – strumenti concreti di contrasto e prevenzione”.