LA LUNGA NOTTE AL FREDDO DEGLI AZIONISTI BAPR

La lunga fredda notte di alcuni cittadini ragusani azionisti della Banca Agricola Popolare di Ragusa. L’hanno passata in automobile, come fanno i terremotati, per potersi svegliare in tempo utile stamani ed essere i primi a poter entrare, appena aperti gli uffici, all’interno delle varie filiali. In alcuni casi già ieri pomeriggio alle 18 sono nate le code alimentate da liste e da “presidi” di quanti hanno deciso di vendere le proprie azioni Bapr. Le hanno comprate anni fa senza alcun problema, ma sulla scorta di quanto avvenuto ad altre banche popolari italiane, il caso della Veneta Banca e della Popolare Vicenza dove le azioni comprate a 40 euro adesso valgono pochi centesimi, hanno adesso ritenuto di volersi disfare delle proprie azioni nel tentativo di recuperare almeno parte dei propri investimenti. Ma va detto che la Banca Agricola Popolare di Ragusa, a differenza di altre realtà popolari italiane, non ha mostrato problemi ed anzi continua, dati alla mano, ad essere un valido istituto bancario, godendo anche di grande solidità. Immotivatamente, dunque, e presi più dal panico che da altre situazioni reali, molti ragusani proprietari di azioni Bapr stanno ugualmente decidendo di disfarsene sebbene non vi sia attualmente il problema della perdita di valore come avvenuto invece nelle altre banche. Oggi inizia la possibilità di compravendita delle azioni. Il problema reale è che queste azioni non sono sul mercato azionario e dunque possono essere acquistate o dalla banca stessa o da altri privati. In una fase di incertezza economica come quella che ha appunto riguardato altre banche popolari italiane, è assai difficile che ci siano attualmente privati pronti ad acquistare azioni da altri privati. Di contro la banca può acquistare le azioni ma nel limite annuale, imposto dalla Banca d’Italia, pari al 2% e seguendo precise regole. Da qui la “corsa” dei ragusani proprietari di azioni che hanno deciso di passare perfino la notte in auto e in coda dinnanzi le filiali pur di arrivare prima e poter tentare di vendere alla banca stessa le proprie azioni. Del resto il limite del 2% è rapidamente raggiungibile e dunque non potranno essere accontentati tutti, nemmeno quanti, stamani alle 5, si sono messi in coda, aggiungendosi a quanti già ieri sera, al freddo, avevano iniziato la lunga attesa. Dalla banca, in vista di una comunicazione ufficiale, arrivano comunque segnali positivi: l’istituto bancario è solido e non ci sono problemi. Un dato che va fortemente evidenziato anche per evitare il rischio dell’effetto panico a catena che potrebbe avviare un domino creando, questo si, dei danni.