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Interruzione di gravidanza, dibattito di Uaar a Ragusa. Questo sabato 26 gennaio

Saranno i problemi nell’accesso al diritto di interrompere volontariamente una gravidanza, sancito in Italia dalla legge 194/78, il tema del dibattito “194 passi verso l’autodeterminazione” in programma sabato 26 gennaio alle ore 16:30 presso il Centro Studi Feliciano Rossitto di via E. Majorana 5. L’incontro è organizzato dal circolo Uaar di Ragusa e vi prenderanno parte quali relatori la dott.ssa Anna Pompili, fondatrice dell’associazione Amica e prof. a contratto presso l’Università La Sapienza, il dott. Giovanni Cavallo, responsabile dell’UOC di Ginecologia e Ostetricia presso l’Ospedale Maggiore di Modica, e la dott.ssa Lisa Iudice, pedagogista e presidente della Casa delle Donne di Ragusa.

«Parleremo con i nostri ospiti di aborto, chirurgico e farmacologico, e naturalmente di obiezione di coscienza, giustamente inserita a suo tempo nella legge per garantire la libertà anche del personale medico, ma diventata con il tempo un ostacolo per la piena attuazione della legge», dice il coordinatore del circolo Uaar Massimo Maiurana. «In altre parole parleremo di libertà, intendendo con ciò sia quella dei medici che quella delle donne, a distanza di pochi giorni dalla pubblicazione dei dati sulla 194 relativi al 2017, finalmente diffusi dal ministero della Salute con commenti non proprio condivisibili, e dalle conclusioni del Comitato per i diritti sociali del Consiglio d’Europa sul ricorso della Cgil».

Il Comitato del Consiglio d’Europa aveva ravvisato nel 2016 gravi criticità nell’applicazione del diritto all’aborto in Italia, su ricorso appunto della Cgil. A distanza di quasi tre anni per lo stesso Comitato le criticità permangono; vi sono tuttora “considerevoli disparità d’accesso all’interruzione di gravidanza a livello locale” e inoltre l’Italia “non ha dato informazioni sulle misure prese per prevenire atti di molestia morale contro i medici non obiettori di coscienza”. Per quanto riguarda la relazione sui dati del 2017, i dati indicano una riduzione degli aborti che il ministero attribuisce all’eliminazione della prescrizione medica per la pillola del giorno dopo, ma come fa notare la dott.ssa Pompili la riduzione è più netta tra le minorenni che invece continuano ad aver bisogno della prescrizione medica per acquistare il farmaco.