IMMIGRAZIONE NORD AFRICA: FENOMENO BIBLICO QUALE FUTURO?

Non siamo tanto ingenui da non capire che la richiesta di una intervista al Prefetto di Ragusa S.E. dott.ssa Francesca Cannizzo in questo momento poteva significare farsi dire un bel “no, mi dispiace ma non è proprio il momento”. Ma confidando nelle grandi doti di disponibilità e soprattutto nel rispetto che ella ha per il lavoro degli altri, abbiamo leggermente insistito perché anche tramite il nostro quotidiano i lettori abbiano la precisa sensazione di quello che sta succedendo sulle sponde del Mediterraneo, dove si registra il più grande esodo della sua storia se si esclude l’exodus biblico del popolo ebraico verso la terra promessa e l’emigrazione dei siciliani non già verso le Americhe o il nord Europa dell’inizio secolo o dopo la seconda guerra mondiale, ma ancor prima verso l’ Africa settentrionale con ben 650 mila nostri conterranei che andavano in quei Paesi non solo per far fortuna ma per cercare un lavoro e condizioni di vita migliori. Questa emigrazione è leggermente diversa: vi si intrecciano motivi geopolitici, economici, sociali, che hanno determinato nella nostra Provincia, soprattutto in questa area, gravi motivi di emergenza umanitaria che potrebbero ancora aggravarsi se il problema non viene affrontato non solo qui, in questo estremo lembo di terra, ma dalla Sicilia intera, dall’Italia ed anche dall’Europa che in verità si sta cominciando a muovere. Occorrono risorse economiche ed umane, coordinamento (per la verità già operante tramite la Prefettura), iniziative governative ai massimi livelli. Non basta più la generosità dei locali come quella dimostrata al momento del grave problema di pulizia etnica nel Kosovo con il quale arrivarono a Comiso quasi settemila kosovari e non bastano generosità e stacanovismo del Prefetto di Ragusa dott.ssa Francesca Cannizzo e del suo poderoso staff. Ci vuole ben altro, molto altro per fronteggiare un fenomeno mai riscontrabile a questi livelli forse in nessuna parte del mondo.

Chiesto un incontro con S.E. il prefetto, c’è stato il breve ma intenso colloquio sui temi dianzi accennati:

 

D.: Eccellenza da qualche settimana il suo riposo è molto condizionato dagli ultimi eventi. L’abbiamo vista in piena notte a Pozzallo e partire subito dopo alla volta di Palermo per questa vicenda. Che idea ha del fenomeno e quali sono le prospettive d’intervento?

R. Ho semplicemente svolto il mio lavoro in una situazione nella quale, come avvenuto fin dal primo sbarco che mi ha coinvolto come Prefetto di questa provincia, ho ritenuto e ritengo che il mio posto sia là dove si verifica l’evento. Anche in occasione dei recenti sbarchi e del trasferimento degli immigrati da altra provincia è stato applicato il Piano d’intervento che ho messo a punto nei primissimi mesi del mio insediamento a Ragusa.

 

D. Lei è notoriamente una persona generosa ed altruista oltre che uno straordinario funzionario dello Stato. Ma per quanto tempo pensa di resistere a questi ritmi ed a quelli che purtroppo si prevedono nelle prossime settimane?

R.. La ringrazio per le sue parole di apprezzamento. Stiamo affrontando questa emergenza con grandissimo impegno già dalla notte tra sabato e domenica; il futuro si vedrà!

 

D. A parte qualche tazzina di caffè al giorno, non le sembra che la Prefettura dovrebbe essere dotata di uomini e mezzi per poter intervenire adeguatamente anche nei riguardi degli Enti locali?

R.. In atto stiamo svolgendo pienamente tutte le funzioni cui la Prefettura risulta preposta, quale istituzione interessata in prima linea sul territorio nell’attivazione e nel coordinamento degli interventi necessari nella gestione di ogni forma di emergenza.

Posso affermare che tutte le strutture del mio Ufficio preposte a tali compiti sono abituate e pronte ad affrontare le situazioni che vengono a determinarsi – dalle più semplici alle più complesse – come quella che al momento stiamo vivendo, riuscendo a fornire risposte tempestive anche agli Enti locali.

 

D. In altre circostanze lo Stato italiano ha tenuto conto della generosità dei ragusani nell’addossarsi oneri enormi nei confronti di popolazioni in seria ed enorme sofferenza; pensa che lo farà anche stavolta e cosa farà Lei, se non l’ha già fatto – per sottolineare questa aspettativa degli iblei che non è solo un “do ut des”?

R. Come ho sempre detto, io cerco di svolgere il mio ruolo di Prefetto secondo quello che a mio avviso deve fare il rappresentante del Governo in provincia: fornire al centro un quadro d’insieme utile per le valutazione del Governo.

 

D. Quale è la domanda che da noi si aspettava e che non le abbiamo fatta?

R. I giornalisti , in quanto a domande, sono imbattibili!

 

D. Grazie Eccellenza anche a nome dei nostri lettori e – ci permetta – di tutta la popolazione ragusana e siciliana. Non le possiamo augurare buon lavoro, perché sarebbe troppo, visto che le sue giornate attuali sono davvero insostenibili, ma che cosa le possiamo dire per rincuorarla e per farle sentire la nostra vicinanza e la nostra ammirazione?

R. L’augurio di buon lavoro mi testimonia ancora una volta un grande affetto che – sapete bene – essere da me ricambiato. Grazie e buon lavoro anche a voi!