Politica

Gli onorevoli forzisti Falcone e Minardo divergono sulle ex Province.

Il colpo di mano di questa settimana effettuato all’Ars da alcuni parlamentari che hanno chiesto ed ottenuto che si votasse la legge sulla reintroduzione delle ex province, reintroducendole, come era ovvio che fosse sta continuando a registrare notevoli rese di posizione che vedono contrapposti i due schieramenti: pro e contro le province.

E se non c’è da meravigliarsi che la diversificazioni delle posizioni dipendano molto dalle appartanenze politiche con Orlando che se la prende con Parlamento siciliano ed il Sindaco di Catania Bianco che spera invece in una impugnativa da parte del Governo nazionale perchè trattasi di una norma  che va in senso contrario a quella della riforma Delrio, c’è anche chi litiga in casa.

Succede in Forza Italia.

“Pur comprendendo le motivazioni e la buona fede di quanti hanno voluto e votato il ritorno all’elezione diretta per le province siciliane, non posso però esimermi dall’esprimere, la mia netta contrarietà, afferma l’On. Minardo,  su come la vicenda è stata gestita nel corso di questa legislatura. Tornare indietro è raramente un valore aggiunto, tanto più in questo caso, laddove la totalità dei cittadini ha da tempo espresso la propria insofferenza per la sopravvivenza di enti fatti diventare inutili e fonti di ulteriori spese e disservizi per colpa principalmente di un governo regionale che le ha abbandonate a se stesse.

Per l’On. Minardo, la  vera scelta politica coraggiosa doveva essere quella di abolire del tutto le province, ristrutturare il concetto stesso di area metropolitana, modellandola sul modello inclusivo e partecipativo anglosassone, avendo cura però di salvaguardare le risorse occupazionali ancora in servizio, accompagnando la loro ricollocazione nei Comuni con adeguate risorse che non mettano in ulteriore crisi e difficoltà gli enti locali coinvolti.

Non se la tiene così l’onorevole Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’ARS e strenuo difensore della legge approvata in aula replica al parlamentare azzurro. 

“Abbiamo letto le dichiarazioni dell’onorevole Nino Minardo circa le sue perplessità sulla reintroduzione dell’elezione diretta degli organi di governo delle ex province. Abbiamo compreso anche la sua netta contrarietà per come è stata gestita la vicenda nel corso della legislatura. Deduciamo dunque che le sue parole si riferiscano al precedente partito di appartenenza, il Nuovo Centrodestra e al disastro compiuto a Roma con Renzi e in Sicilia con Crocetta. Ci fa pertanto piacere il suo ravvedimento, motivo per cui lo abbiamo accolto nella famiglia di Forza Italia. Diciamo al tempo stesso all’onorevole Minardo che il ripristino dell’elezione diretta non rappresenta un inutile e costoso passo indietro, bensì un momento necessario per garantire rappresentanza agli elettori e per fare uscire gli enti di area vasta dalle mortali sabbie mobili alle quali il centrosinistra li aveva condannati”.

Dopo il voto di giovedì scorso in tanti hanno ripreso i temi che furono centrali come ad esempio  le indennità.

“La legge che abbiamo approvato le contempla solo per i sindaci metropolitani e per i presidenti dei Liberi consorzi – chiarisce Falcone –. Non ci sono assessori ed i consiglieri percepiranno un rimborso. Complessivamente, tutte le nove ex Province costeranno 800mila euro l’anno!”

La polemica è servita!