CRISI AGRICOLA. IL COMITATO DAL PREFETTO

  L’hanno definita la lotta per la sopravvivenza dei contadini. Temono problemi di ordine pubblico i sindaci e i comitati delle aziende in crisi che sono stati ricevuti, martedì pomeriggio,  dal prefetto Francesca Cannizzo. Un confronto sulla situazione drammatica che si vive nelle campagne. “Temiano gesti sconsiderati – spiega il sindaco di Scicli, Giovanni Venticinque –di gente che hanno dovuto vendere tutto per pagare i debiti. Per questa ragione abbiamo voluto evidenziare al rappresentante del governo la drammaticità che viviamo. Nei nostri uffici, ogni giorno, c’è gente disperata che chiede aiuto, che non ha i soldi per pagare la bolletta”. Il sindaco di Ragusa ha parlato di una situazine difficile che interessa l’economia di tutta la provincia, nessuna ricetta “magica” per arginare una crisi di mercato e strutturale ma ognuno, anche i piccoli produttori, dovranno fare la loro parte. “Anche la Regione, secondo il leader dei comitati in rete, Francesco Aiello – dovrà fare in  piena la sua parte convocando tutte le regioni del Sud Itala per una grande mobilitazione a sostegno di una politica agraria nazionale, Siamo di fronte, purtroppo, ad un governo nordista troppo legato agli interessi del Nord e al suo ministro Luca Zaia”. Gli agricoltori da mesi denunciano una grave situazione venutasi a determinare per il crollo dei prezzi dei prodotti agricoli, con perdite di circa il 50% sulla vendita rispetto ai costi di produzione. Situazione, questa, determinata da diversi fattori, tra i quali la presenza sui mercati d’imponenti partite di prodotti importati a prezzi concorrenziali da aree extra-europee con scarsi controlli sul piano sanitario, sull’eticità dei rapporti di lavoro, sulla tracciabilità dei prodotti stessi (prezzo, provenienza), dalla pratica illegale del “dumping”, dall’alta incidenza dei costi di trasporto a totale carico dei produttori, della crescente difficoltà per l’accesso al credito, dal ruolo egemone della GDO, dalla inadeguatezza delle politiche di promozione delle produzioni siciliane, inesistenza o quasi di strutture associative organizzate e dalla mancata conferma dell’esonero delle accise sul gasolio utilizzato per il riscaldamento delle serre, dalla lentezza estenuante nel riconoscimento dei marchi di qualità. (mdg)