Cultura

Costanza DiQuattro e la sua casa di Montalbano. Presentazione del suo primo libro. Questa domenica 23 giugno a Punta Secca

E’ una casa ormai conosciuta da milioni e milioni di persone in tutto il mondo. Ma quella casa ha ancora tanti segreti che custodisce. Ma soprattutto tanti, tantissimi ricordi, tutti contenuti nella mente e nel cuore dell’autrice. La casa è quella nota, anzi notissima, della fiction del “Il commissario Montalbano”, e l’autrice del libro che raccoglie aneddoti, sensazioni e ricordi, è Costanza DiQuattro, nipote del proprietario di casa.

Il libro “La mia casa di Montalbano” (edizioni Baldini – Castoldi) è uscito questo venerdì 21 giugno e sarà presentato per la prima volta questa domenica 23 giugno alle ore 19 nella piazzetta di Punta SeccaCostanza DiQuattro illustrerà, alla presenza di due ospiti d’eccezione come Moni Ovadia e Mario Incudine, e sollecitata dalle domande di Salvatore Cannata, “la storia da romanzo della villa di Puntasecca da Bufalino a Camilleri”, come spiega il sottotitolo. Lo scenario è quello della Sicilia dei primi anni Novanta e della casa sul mare. La terrazza brulica di avventori accaldati, brocche di caffè freddo e aranciata presidiano la tavola, e i bambini seminano la sabbia sul pavimento.

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Tra loro, anche l’autrice, Costanza, che a tinte lievi e imbevute d’infanzia ripercorre nel libro la vita dentro e fuori le stanze dellacasa di villeggiatura di famiglia, prima che quelle facessero spazio al set televisivo ispirato ai romanzi più amati di Andrea Camilleri. In un valzer di ricordi, tra ospiti illustri, le corse ai ricci di mare e il confine impaziente tra l’inverno e l’estate, “La mia casa di Montalbano” regala personaggi insieme unici e veri: a cominciare dal nonno, chino sul pianoforte o in un baciamano, e dalla nonna, con la sua grazia decisa e i prendisole fiorati. Eppure, tutto non può che cambiare quando Punta Secca rinasce nella fittizia Vigata, il vecchio soggiorno in una camera da letto, e l’uomo di casa in un commissario di polizia: Salvo Montalbano.

Una biografia corale e agrodolce che restituisce rughe, vita e passato a una casa che «prima era mia e poi di tutti» e ormai entrata, per rimanervi, nell’immaginario collettivo nazionale. “Fu un attimo – racconta nel libro l’autrice – La porta si chiuse alle mie spalle e io ebbi la sensazione che nessuno l’avrebbe aperta mai più. Per molto tempo il ricordo di quella casa rimase sopito e a tratti lacerante. Ci vollero molti anni prima che riuscissi a comprendere che stavo semplicemente condividendo con il mondo il mio posto felice”.

La giovane autrice è molto nota in provincia di Ragusa essendo, insieme alla sorella Vicky e all’amica Clorinda Arezzo, una valente operatrice culturale. Laureata in Lettere moderne all’Università di Catania, dal 2008 si occupa attivamente della direzione artistica del Teatro Donnafugata, teatro di famiglia restituito alla fruizione del pubblico dopo sei anni di restauri.
fonte Michele Barbagallo – quotidiano La Sicilia

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