Cronaca

Bracconieri avevano avviato traffico illecito di rapaci. Rubavano anche dai nidi in provincia di Ragusa

E’ stata coordinata dalla procura di Enna la vasta operazione che permesso di fermare un traffico di rapaci in via di estinzione. Le indagini hanno portato alla denuncia di 8 persone per furto aggravato, ricettazione, riciclaggio e violazioni alle norme che tutelano la fauna selvatica a rischio di estinzione.

L’inchiesta, condotta dai carabinieri del Cites di Catania e dalla sezione operativa antibracconaggio ha riguardato le province di Enna, Ragusa, Siracusa, Palermo e Avellino. I bracconieri prelevavo dal nido i pulcini di rapaci sia notturni che diurni, tra i quali aquile del Bonelli, falchi lanari e falchi Pellegrini, particolarmente ricercati in alcuni ambienti della falconeria e che vengono venduti per svariate decine migliaia di euro a esemplare sia sul mercato italiano, sia all’estero.

Bracconieri esperti che seguono gli adulti spesso per settimane per identificare i nidi in zone impervie dai quali, anche con l’ausilio di attrezzatura da scalata vengono prelevati i pulcini che vengono allevati in cattivita’. Secondo quanto emerso i bracconieri e trafficanti munivano poi i rapaci di anelli identificativi falsi attestando con falsi certificati Cites che si trattava di esemplari nati da adulti in cattivita’, gli unici esemplari appartenenti a specie protette che possono essere commercializzati.

L’operazione ha portato a recupero di un falco lanario, 5 falchi pellegrini, 5 gheppi, 3 barbagianni, 1 civetta, 7 cardellini, 3 corvi imperiali, 1 cornacchia, 31 tartarughe di terra della specie testudo hermanni oltre alle attrezzature utilizzate per la cattura poi reti, trappole, imbracature e alcuni certificati contraffatti.