ATTACCO AL CILIEGINO E ALLA LEGALITA’

Le dichiarazioni del Procuratore Grasso sulle condizioni  di dominio speculativo e mafioso in cui versa  da anni  la filiera agroalimentare corrispondono alla percezione diffusa che non solo alcuni grandi organi di stampa ma anche gli stessi operatori hanno da tempo acquisito.

E’ rilevante che finalmente la Magistratura e le Istituzioni segnino l’enorme contesto di dominio illegale in cui sono costrette a muoversi tutte le produzioni agricole del Mezzogiorno, in una rete larga e potente che va da Nord a Sud, dai Mercati ai distributori che partecipano a vario titolo ed interesse a questo massacro del lavoro contadino e delle aziende agricole.

Una alleanza speculativa che unisce Nord e Sud contro il mondo agricolo, che trova nella GDO un sistema leader del processo di modernizzazione della distribuzione che si salda con tutte le vecchie pratiche mafiose o semplicemente speculative resistenti nei territori di produzione.

Il sistema commerciale del Nord si alimenta di queste distorsioni, ci campa sopra, con l’aggravante che le leve delle decisioni sulle regole della commercializzazione sono nelle loro mani: dei grandi Mercati del Nord e della GDO. Questi potentati sono concorrenti tra di loro ma alleati contro i produttori.

Hanno nelle mani il destino del Sud, immettono nella reti commerciali prodotti  freschi, surgelati e congelati, che vengono da Paesi che neanche conosciamo, governano le quote di provvigioni illegali/prelievi/ticket/tangenti che il federalismo mafioso della filiera pretende per tenere in piedi il sistema.

Il linguaggio dell’Ortofrutta italiana è meridionale; quello delle distorsioni e del dominio mafioso è Nordista, con solide alleanze nelle aree del Sud. Un blocco sociale parassitario e mafioso controlla i prezzi e i meccanismi  della distribuzione.

Ora che l’area mediterranea è devastata dalla Rivoluzione democratica, si sono chiusi i canali commerciali che portavano sulle mense degli Italiani ed europei  i prodotti concorrenti con quelli del Sud Italia. Con il tarocca mento di massa dei prodotti, che entrano nei nostri magazzini con nazionalità tunisina ed escono con il marchio Vittorie o Sicilia.

A qualcuno comunque la verità non conviene dirla e non ha digerito l’intervista del  Pocuratore  Grasso. La stampa in questo caso ha voluto confondere, stornare la verità, scaricare sui territori, la contraddizione: come a dire, la colpa è della Magistratura e di quelli che sostengono queste tesi.

E così è scesa in campo l’oscena armata che abbiamo già conosciuto al tempo di Porta a Porta, quando un simile attacco fu portato  alla zucchina e a tutti i prodotti della serricultura , con l’intervento della stessa compagnia mediatica  che ora ha  partecipato alla trasmissione di Bontà Loro, per parare i colpi dell’intervista.

Chi ha detto sul ciliegino quello che ha detto è chiaramente in mala fede. Hanno voluto rovesciare in aria, pagati per questo, il ragionamento. In nome e per conto di chi hanno attaccato i produttori, nascondendo l’oscenità del reale problema che grava sull’orticultura italiana?

Tutti a difesa allora, contro Minzolini? Sì, certo.  Ma non cancellando l’intervista del Procuratore, che era il vero obiettivo negativo di quei personaggi che in realtà difendono il vecchio sistema parassitario e mafioso. Il risultato è che attaccando i produttori si difende in realtà la speculazione e la mafia dei Mercati, e quella della GDO.