Cronaca

Arrestati ancora scafisti che imbarcano migranti. Stavolta un video li incastra chiaramente (VIDEO)

La Polizia a seguito dello sbarco di ieri ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di:

AMRI Imad, tunisino di 28 anni,  SIIDI Kais, tunisino di 30 anni, SAAD Saber, tunisino di 39 anni, SGHAIER Faouzi, tunisino di 27 anni e DALHOUM Mohammed, tunisino di 37 anni.

Secondo i testimoni sono loro che hanno condotto le imbarcazioni partite dalle coste libiche.

I responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, concorrevano con altri soggetti presenti in Libia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.

I migranti provenienti dal centro Africa sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.

Alle ore 8:30 del giorno 15.09.2017, la sala operativa della Guardia di Finanza di Palermo informava il Guardacoste “G.216 F. Verdecchia” della Sezione Operativa Navale di Licata che, a circa 70 miglia nautiche a sudovest di Porto Empedocle, il pattugliatore della Marina Militare Italiana in assetto FRONTEX segnalava un peschereccio con a bordo numerosi migranti che stava dirigendosi verso la costa siciliana. Il Guardia coste procedeva al controllo. Il peschereccio arrestava la navigazione e, per alleggerire il carico umano, i migranti venivano suddivisi tra due delle tre unità della G.d.F. e condotti sino al porto di Porto Empedocle, dove giungevano alle ore 19:30 del 15.09.2017. Dopo poche ore dall’arrivo in territorio di Agrigento, tutti i migranti venivano trasferiti presso l’Hot Spot di Pozzallo dove giungevano la notte di giorno 16 u.s.

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota della Guardia di Finanza di Pozzallo e Porto Empedocle hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto i cinque componenti dell’equipaggio.

Per gli investigatori iblei si è trattato di un evento anomalo in quanto lo sbarco è avvenuto a Porto Empedocle ma i migranti sono stati trasferiti subito a Pozzallo presso l’Hot Spot.

Le tecniche investigative sono sempre le stesse a prescindere dal luogo dove si configura il reato e la competenza della Procura girgentana.

I migranti in questo caso erano partiti dalla Tunisia e facendo rotta per le cose di Agrigento ma sono stati intercettati prima da un pattugliatore della Guardia di Finanza.

Si tratta di cittadini tutti origini tunisine che si erano affidati ad un’organizzazione di connazionali che aveva pianificato il viaggio chiedendo loro 2.000 euro circa cadauno.

Nonostante alcuni cambi di barca perché vi erano stati continui guasti, per loro risultava fondamentale riuscire a raggiungere l’Italia per soddisfare il “cliente” e quindi poter incassare la consistente somma di 200.000 euro circa.

Dopo una reticenza totale dei migranti tunisini, gli investigatori hanno trovato in uno dei telefoni cellulari in uso ad una donna, un video che immortalava il capitano e l’equipaggio intenti a ridere a scherzare tra loro in cabina di comando.

Una volta messi di fronte alle responsabilità di chi favorisce coloro che commettono reati, i migranti vicini all’equipaggio durante le riprese, non hanno potuto fare altro che raccontare genuinamente quanto era accaduto.

Grazie alle loro testimonianze è stato possibile raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei 5 componenti l’equipaggio che hanno condotto l’imbarcazione. I testimoni, una volta conquistata la fiducia degli investigatori, hanno potuto descrivere dettagliatamente i ruoli di ogni membro dell’equipaggio.

Al termine delle indagini, gli scafisti sono stati associati presso la casa circondariale di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea competente territorialmente.

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.

Era già stato espulso ed ha fatto rientro in Italia clandestinamente, per questo, quando espierà la pena, sarà nuovamente espulso dal territorio nazionale.

Nel 2017 sono 81 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.