Una nuova specie di ragno scoperta in Sicilia: sembra una formica, ma non lo è

C’è un nuovo abitante tra le rocce e la macchia mediterranea della Riserva naturale orientata Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande, nel cuore della provincia di Siracusa. Un minuscolo ragno, tanto curioso quanto affascinante, che imita alla perfezione l’aspetto e i movimenti di una formica.
Il suo nome è Leptorchestes elisae, ed è la nuova specie scoperta da un gruppo di entomologi dell’Università Roma Tre.

Un ragno che “finge” di essere una formica

Durante le ricerche condotte tra il 2023 e il 2024, i ricercatori si sono imbattuti in un piccolo ragno dal comportamento insolito. “Sembrava una formica, ma c’era qualcosa di diverso – racconta Tommaso Fusco, dottorando che ha partecipato alla scoperta –. In laboratorio ci siamo accorti che presentava caratteristiche morfologiche uniche rispetto alle altre specie note del genere Leptorchestes”.

Il fenomeno che rende questo ragno così speciale si chiama mirmecomorfia: un’imitazione perfetta delle formiche, sia per forma che per modo di muoversi. Ma non si tratta di una tattica per cacciare: al contrario, serve a difendersi dai predatori, che tendono a evitare le formiche per la loro aggressività e l’odore sgradevole.

Pantalica, scrigno di biodiversità

La scoperta di Leptorchestes elisae è un’ulteriore conferma della straordinaria ricchezza naturalistica della riserva di Pantalica, un’area dove natura, storia e biodiversità convivono in perfetto equilibrio. L’ambiente, ancora poco esplorato dal punto di vista entomologico, si sta rivelando una miniera di nuove specie per la fauna mediterranea.

“È importante ricordare – spiega Andrea Di Giulio, professore di Zoologia all’Università Roma Tre – che il primo passo per conservare la biodiversità è conoscerla. Scoperte come questa testimoniano l’importanza di formare nuove generazioni di tassonomi, capaci di riconoscere e valorizzare la ricchezza naturale del nostro Paese”.

Una scoperta che guarda al futuro

Il progetto che ha portato alla scoperta del nuovo ragno è parte del National Biodiversity Future Center (NBFC), finanziato dal PNRR, e rientra in una più ampia indagine sulla fauna mediterranea condotta da Roma Tre nelle isole di Sicilia e Sardegna.
Grazie al lavoro sul campo di Fusco, Di Giulio e Stefano Cantone del CREA di Acireale, la ricerca continua a portare alla luce nuove meraviglie della natura italiana, ricordandoci quanto ancora ci sia da scoprire — anche dietro casa nostra.

In un mondo dove il cambiamento climatico e la perdita di habitat minacciano la biodiversità, scoperte come quella del Leptorchestes elisae rappresentano una boccata d’ossigeno scientifica e simbolica: un segno che la natura, se rispettata e studiata, continua a sorprenderci.

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