Buongiorno Marina di Ragusa! Al mare, oggi, la Lupa. FOTO

Si è risvegliata così, stamani, Marina di Ragusa: con la cosiddetta “Lupa di mare” che ha ricoperco la frazione marinara, come si evince da queste foto scattate al porto turistico di Marina di Ragusa.

La lupa di mare è una sottile nebbia d’avvezione che si sviluppa sopra la superficie marina per poi lambire la costa grazie al soffio delle brezze. La “Lupa” è un fenomeno che appare con un imponente cordone nebbioso che avvolge la costa (a volte anche per un periodo di 2-3 giorni) con densi strati sottili ed a volte superano i 200-300 metri di altezza , causando drastiche riduzioni di visibilità, provoca l’interruzione dei collegamenti marittimi e di quelli aerei .

Nella maggior parte dei casi la nebbia insorge nelle ore notturne e al primo mattino, per poi cominciare a dissiparsi a partire dalla tarda mattinata, non appena il sole si sarà alzato sopra la linea d’orizzonte, rompendo lo strato d’inversione termica (aria calda in quota sopra masse d’aria più fredde stagnanti sopra la superficie marina) che l’ha alimentata.

Ci sono diverse ipotesi sull’origine del nome . Nell’ambito del Cristianesimo, il lupo (l’animale, si intende) è da sempre stato identificato con il diavolo; e qualunque fattore in grado di arrecare danni ingenti alle colture associabile a intervento malefico.

Secondo un’altra ipotesi, il nome di tale fenomeno deriverebbe dalla locuzione dialettale “avere la lupa nello stomaco” (facilmente traducibile in “avere una fame da lupi”), che caratterizzava la condizione dei pescatori dello stretto di Messina, in tutte le circostanze in cui, a causa della presenza della nebbia in mare, non erano in grado di rientrare poiché impossibilitati a individuare la luce del faro; un’altra tesi vuole che il nome lupa derivi dal suono, simile a un ululato, che le imbarcazioni emettevano per segnalare la propria posizione in mare in caso di nebbia: essa diviene verosimile se la si lega all’utilizzo della cosiddetta ‘brogna’, vale a dire di quella conchiglia marina utilizzata in un passato ormai remoto in ambito marittimo come segnalatore di posizione.

Infine, la testimonianza storica più attendibile, Serafino Amabile Guastella in una sua lettera a Giuseppe Pitrè dell’11 febbraio 1886, «la nebbia densissima, fetida, e quasi bruna che ci viene dal mare, e danneggia gli ulivi suole in Chiaramonte denominarsi lupa». Ed essa, nella fantasia popolare del tempo, in cui gli stereotipi e le credenze spesso si influenzavano reciprocamente, si presupponeva fosse una conseguenza degli «iscongiuri potenti fatti dai saracini, che or sono all’inferno, e un tempo furono scacciati dall’isola nostra».

Qualunque sia la sua origine, resta un fenomeno affascinante da osservare, soprattutto in questa stagione.

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