Un ragusano potrebbe essere il futuro dirigente della Formazione in Sicilia. Il governatore Musumeci ha chiesto la disponibilità a Gianni Bocchieri

Potrebbe essere ragusano il prossimo dirigente del settore Formazione della Regione Sicilia. Si tratta di Gianni Bocchieri che potrebbe essere nominato dirigente generale del Dipartimento che si occupa a Palermo della formazione professionale e delle politiche per il lavoro. Temi importantissimi in una regione che sul lavoro ha ancora molto, moltissimo da fare (e da imparare) mentre sulla formazione ha fatto ridere tutta Italia, con corsi per parrucchieri ed estetiste che non seguivano alcun logica di mercato.

E forte dei successi che invece Gianni Bocchieri, da ragusano trapiantato a Milano, ha ottenuto alla guida proprio del Dipartimento dell’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia, (non a caso anche il Movimento 5 Stelle nella formazione della Giunta legata al candidato Cancelleri aveva valutato l’opportunità di contattarlo), il governatore Nello Musumeci ha deciso di chiamarlo per verificare la sua disponibilità a diventare dirigente della Regione Sicilia in un settore chiave per l’isola stessa e per il futuro di tantissimi giovani. E Bocchieri, che è già consulente a titolo gratuito dell’assessore regionale Lagalla, sembra aver dato la sua disponibilità.
E del resto anche l’assessore Lagalla, con il supporto di Bocchieri, sta già lavorando ad una nuova formazione professionale per la Sicilia.

Come? Attraverso una strategia che vede la formazione sempre più orientata all’occupazione e programmata in stretto raccordo con il mondo dell’impresa con cui capire quali sono le figure professionali richieste dal mercato del lavoro. E poi c’è l’ipotesi di collaborazione con i fondi interprofessionali per la formazione continua che rivestono un ruolo importante nella formazione dei lavoratori già occupati. Insomma si dovrebbe valorizzare l’esperienza di Bocchieri, per replicare gli aspetti più efficaci di un modello che già funziona in Lombardia, contestualizzandolo rispetto alla realtà siciliana.

Così nascerebbe un catalogo di qualifiche attraverso cui gli enti accreditati dalla Regione potranno erogare un’offerta formativa in linea con il fabbisogno professionale espresso dal territorio. I cittadini potranno scegliere gli enti per seguire il corso più adatto alle proprie aspirazioni o attitudini e che darà, grazie a questo sistema, maggiori possibilità di trovare un’occupazione. E i fondi? Sarebbero risorse europee che, finora, la Sicilia o non ha speso o ha speso male. Insomma un cambiamento epocale.

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