Spese pazze alla Regione. Archiviazione per On. Ragusa

Avanzata richiesta di archiviazione per l’on. Orazio Ragusa assieme ad altri sedici colleghi parlamentari in merito alla cosiddette “Spese pazze” all’assemblea regionale siciliana.

Sulla richiesta di archiviazione ha pesato una precedente sentenza del giudice Riccardo Ricciardi, resa definitiva dalla Cassazione. Non basta che i parlamentari non abbiano giustificato le spese fatte con i soldi dell’Ars. Per poterli processare e condannare il pubblico ministero dovrebbe dimostrare che davvero quei soldi siano stati spesi per fini non istituzionali.

Gli altri onorevoli per i quali è stata chiesta l’archiviazione sono : Nino Dina, Salvatore Cascio, Giuseppe Arena, Toto Cordaro, Mario Bonomo, Michele Cimino, Raffaele Nicostra, Giovanni Cristaudo, Paolo Colianni, Antonino D’Aquino, Francesco Calanducci, Giuseppe Gennuso, Fortunato Romano, Giuseppe Lo Giudice, Pippo Gianni, Santo Catalano.

Chiesto invece dai pubblici ministeri  Maurizio Agnello, Luca Battinieri e Sergio Demontis,  il processo altri sei onorevoli della scorsa legislatura.

Per la pubblica accusa nulla hanno a che vedere con l’attività politica una parte delle spese di Giuseppe Greco (Mps), Michele Donegani (Pd), Salvatore Lentini (Udc), Franco Mineo (Grande Sud), Franco Rinaldi (ex Pd oggi Forza Italia), Gugliemo Scammacca Della Bruca (Fli).

Ricordiamo che seimila euro è la cifra contestata a Rinaldi, comprensiva degli hotel dove soggiornarono i suoi familiari, 15 chili di dolci e il contributo per un torneo di calcetto. Donegani, secondo l’accusa, “in particolare, si appropriava della somma di euro 25.000 sul cui impiego forniva dichiarazioni e documenti falsi”. Scammacca Della Bruca pagò 1.690 euro per il regalo di nozze del figlio dell’onorevole Nino Strano. Gli 8 mila e seicento euro contestati a Mineo riguardano spese per la benzina delle macchine personali e, aggiungono i pm, “si appropriava di 520 utilizzati dal capogruppo per l’acquisto di kg 43 di cassate siciliane al bar Caffè Mineo Rosa srl di cui egli era socio sin dal 2009 e di 229 euro utilizzati dal capogruppo per l’acquisto di un telefono cellulare Nokia a lui assegnato”. Totò Lentini avrebbe speso mille e 200 euro per la benzina della macchina a lui intestata. Greco, invece, avrebbe pagato tre segretarie per il gruppo ma in realtà avrebbero lavorato al patronato di famiglia. In più ci sono 15 mila euro per “non meglio specificate attività congressistiche”.

 

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