Migranti a Pozzallo, intervista doppia di Giovanna Cannizzaro al sindaco Roberto Ammatuna e al parrocco Paolo Catinello

Pozzallo, questione migranti: Chiesa e Politica a confronto.  A volte ho il sospetto che la dilagante fragilità dei sentimenti comuni sia dovuta a una certa inconscia fedeltà allo slogan ” ama il prossimo tuo come te stesso “. E poiché nessuno si ama ne deriva l’evidenza che nessuno ama nessuno. Una caratteristica importante del sentimento d’ amore rimane comunque la solidarietà. La capacità cioè di provare una sorta di beatitudine nel divenire l’altro, e divenire l’altro significa poter dare alla propria solidarietà verso un essere umano la sua massima espansione. La faccenda che finalmente ha consentito ai media, a corto di qualsiasi decente argomento, di impossessarsi del tragico destino che riguarda migliaia di profughi, ospitati negli abissi del mar Mediterraneo, riempie a pieno ritmo qualsiasi trasmissione televisiva. Anche la città di Pozzallo è balzata agli onori della cronaca, Pozzallo, città che guarda al Mediterraneo, uno dei porti italiani dove quasi ogni giorno approdano centinaia di immigrati ha guardato e continuerà a guardare altri aspiranti immigrati affondare nel suo cimitero marino. Cosa dire? Cosa scrivere? Non ci sono parole. Cosa sta accadendo? Per tale motivo su questo dramma umano, ho voluto sentire il sindaco della città marinara, il dott. Roberto Ammatuna, e il parroco don Paolo Catinello, direttore dell’ufficio migrantes diocesano, ovvero ho voluto mettere a confronto Chiesa e Politica, realizzando un’ intervista doppia.

Domanda: Sappiamo che questa gente rischia la vita per raggiungere l’Europa, e proviene da due situazioni principali: o sono in fuga dalla fame  o dal terrore della guerra, ma non sappiamo e non conosciamo  chi sono in realtà i responsabili.
Risposta del sindaco: Guardi, improvvisamente la distanza tra le istituzioni e l’umanità, si e fatta immensa, lasciando i praticamente da solo. Ma io non mi scoraggiò, perché sono fermamente convinto che esistono dei valori non negoziabili: la dignità e la vita dell’uomo, e se partiamo da questi due concetti, molte cose si sistemeranno. Quando tratto questa tematica, quando mi capita di interloquire con i miei concittadini, provo la sensazione di avere a che fare non con persone, ma con cose. Ma in quelle navi , ci sono uomini donne, bambini e non merci. In questo momento a Pozzallo, come un po’ in tutta l’Europa, prevale l’intolleranza, il razzismo, l’egoismo e condurre una politica umanitaria è abbastanza arduo. Ma la vita è fatta di momenti storici, c’è stato ad esempio il Rinascimento, il Medioevo, bene, quello che stiamo vivendo è una sorta di Medioevo della politica, e l’unica cosa possibile è aspettare il momento giusto, e nel contempo preparare il terreno; ed avere alleata la Chiesa in questi momenti  è motivo di grande conforto.

Domanda: Quali sono le misure adottate dal Governo?
Risposta Sindaco: Il 2 giugno scorso, la città di Pozzallo , ha ricevuto la visita del ministro Salvini, bene, prima di accompagnarlo all’hotspot, mi ricordo eravamo nello spazio antistante Torre Cabrera, e lì abbiamo conversato più di un quarto d’ora, ed io in quella circostanza gli ho fatto capire che sulla “politica migranti” abbiamo diverse vedute. So che sarà conflitto, ma cercherò in tutti i modi di evitare polemiche, gettando acqua sul fuoco, al fine di mantenere il giusto equilibrio.

Domanda. La Chiesa che tipo di collaborazione sta offrendo alla politica?                               Risposta: Don Catinello: La chiesa insiste sulla centralità dell’uomo, che va riconosciuta a prescindere dal colore della pelle, dalla lingua e dalla religione. Abbiamo a che fare con persone e non con numeri, e se la logica dei numeri prevale su quella dei volti, allora  abbiamo fatto un passo indietro. Sono i volti che ci rimandano  al mistero della vita, della sofferenza, al desiderio dell’uomo di progredire di migliorare. Dobbiamo imparare ad uscire da una dimensione di ipocrisia, dove, per i nostri figli pensiamo al meglio, ma per gli altri questo diritto non è riconosciuto. Noi siamo dalla parte dei crocifissi della storia.

Domanda: Abbiamo detto che questa gente fugge dalla fame o dal terrore della guerra, in ambedue i casi, qualsiasi sia il costo della loro ospitalità, ne hanno il pieno diritto.
Risposta: Don Catinello: Certo ! , e noi abbiamo un compito fondamentale, sensibilizzare la comunità credente a questo problema.La convenzione di Ginevra, firmata nel 1954, prevedeva anche politiche di integrazione, ma l’ Italia è rimasta in riserva. Ora ci arriva un conto salatissimo, dettato dalle nostre negligenze e dalle nostre chiusure. È naturale che il diverso crea scompensi, ma nel contempo ti obbliga ad aiutarlo.

Domanda: E la politica che concetto ha della solidarietà, dell’ospitalità?
Risposta Sindaco
: Punto su una politica di accoglienza e a Pozzallo è difficile attuarla, per questo, sono nate delle comunità di accoglienza, ne abbiamo una di fronte il Lungomare Pietrenere, e l’altra in via Calabria, dove si occupano non solo di ospitalità, ma di integrazione, di un processo di accompagnamento fatto passo per passo, perché così si costruisce un futuro migliore, partendo dalle piccole cose. Gramsci diceva che la rivoluzione non si fa’ in un giorno, ma si prepara pian piano. I migranti non sono solo un problema pratico, ma anche culturale, e mi sto sforzando di far capire questo alla città, che i migranti possono essere per noi motivo di salvezza. Molti intellettuali sono convinti  che l’ identità europea sia minacciata dal multiculturalismo, e invece no, perché la multiculturali tra’, fa avanzare una società anche dal punto di vista economico, vedi Londra e Los Angeles. La problematica dei migranti è da vedere e da studiare, e in questo l’appoggio della Chiesa è fondamentale.

Domanda: Quale messaggio parte dalla città di Giorgio La Pira?
Risposta Sindaco: Gli uomini le donne i bambini che approdano sulle nostre coste appartengono alla nostra comunità, abbiamo un destino condiviso.E per rendersi conto di ciò bisognerebbe constatare la realtà coi propri occhi, vedere quello che accade durante uno sbarco. Vedere un bambino scendere dalla nave con gli occhi spalancati, perché provato dal dolore, dalla paura e dalla tortura,  e dopo averlo accolto tra le nostre braccia, cambiare decisamente espressione, penso che sia il più bel messaggio che possa partire da questa città.
Risposta Don Catinello: Cito un’espressione evangelica; quando si racconta la parabola del buon Samaritano, che alla vista di un homo ferito, si ferma e scende a prestargli soccorso, si parla  di homo, e non importa il colore della pelle  o la provenienza geografica, e davanti ad un uomo, diceva David Maria Turoldo, bisogna avere il coraggio di fermarsi e di curare le ferite.

contributo editoriale di Giovanna Cannizzaro

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