Il nuovo ospedale? Come la tela di Penelope, alcune attrezzature tornano al Civile. Il Pd chiede di conoscere i motivi. Perché piuttosto che aprire, si torna indietro?

“Sono seriamente preoccupato per quanto sta accadendo per quanto concerne la questione dell’apertura del nuovo ospedale”. Lo dice il segretario cittadino del Pd, Peppe Calabrese, candidato a sindaco di Ragusa e fondatore del comitato per l’apertura del Giovanni Paolo II. “Mi riferisco al fatto che – aggiunge – dopo avere creato un movimento dai grandi numeri, un gruppo di 7000 persone che chiedono con forza l’apertura del nosocomio, dopo avere dato il la a due manifestazioni, una dinanzi allo stesso ospedale e l’altra in via Roma, e dopo avere incontrato il manager dell’Asp, Salvatore Lucio Ficarra, e il prefetto, con le rassicurazioni sul fatto che il rappresentante del governo si sarebbe interessato della questione e che ci avrebbe fatto sapere qualcosa in modo tale da garantire la cittadinanza, mentre il commissario straordinario aveva sottolineato che a maggio qualche passo concreto si sarebbe mosso, oggi, invece di iniziare i trasferimenti verso la struttura nuova, prendiamo purtroppo atto che avviene tutto al contrario, cioè i trasferimenti procedono dall’ospedale Giovanni Paolo II al Civile. Il riferimento è a quanto accaduto nei giorni scorsi e a quello che potrebbe accadere a breve. Il Vista, con cui si dosa tutta la chimica clinica, e gli esami salvavita, come la Troponina, enzima cardiaco, nonché indicatore di infarto, è stato caricato con una gru su un camion e ritrasferito al Civile. Tutto questo ci preoccupa, non ci fa ben sperare. E’ un problema serio che non possiamo sottacere”.
Calabrese prosegue: “Invito il presidente del comitato per l’apertura del nuovo ospedale, Anna Cilia, a chiedere chiarimenti e a riprendere la battaglia e la lotta. Da candidato a sindaco dico che se io dovessi diventare primo cittadino, nel caso in cui nel mese di giugno l’ospedale non sarà stato ancora aperto, la mia prima Giunta si terrà sul piazzale dinanzi allo stesso ospedale. E così via tutte le altre volte sino a quando il Giovanni Paolo II non aprirà. Sarà una forma di protesta. Inoltre, cercheremo assieme al Consiglio comunale di manifestare in modo forte per risolvere questo annoso problema. Una cosa è certa. Non ci faremo prendere in giro. Porteremo avanti pure azioni eclatanti. Ritrasferire i macchinari indietro ritengo che non abbia alcun senso a fronte delle rassicurazioni arrivateci da un manager che ci ha spiegato che nel mese di maggio, quindi tra quindici giorni, il senso del trasferimento avrebbe dovuto essere tutto al contrario. Addirittura ieri sono stati notati altri movimenti e abbiamo scoperto che un altro strumento è stato trasferito dal Giovanni Paolo II al Civile, ovvero l’Architet su cui si esegue l’immunochimica e gli esami in urgenza per epatite e Hiv. Non ci prendiamo in giro, non facciamo passerelle. Adesso diciamo basta. Bene ha fatto l’on. Nello Dipasquale a presentare quella denuncia ai carabinieri per la questione degli affitti, io l’avevo già fatto durante i miei interventi in occasione delle uscite pubbliche del comitato spontaneo. Nessuno deve pensare di poter giocare con la Sanità ragusana”.

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