Ibla e la ciliegina sulla torta: chiuso il 118. Protesta residenti: “Il Comune non ha dato i locali”

Il Consiglio Direttivo dell’Associazione VivIbla denuncia l’ennesimo  “grave atto di irresponsabilità e prevaricazione in danno dell’intera collettività di Ragusa Ibla che come è noto è  costituita da cittadini, studenti universitari, operatori economici e turisti, dovuto alla chiusura della postazione del 118  trasferita il 2 gennaio scorso all’Ospedale Maria Paternò Arezzo”.

“Infatti  ancora una volta – si legge nel documento diffuso dall’associazione presieduta da Gianluca Biazzo – purtroppo l’Amministrazione Comunale non è riuscita a venire incontro alle basilari esigenze dei cittadini e risolvere il problema legato all’allocazione della postazione del 118 di Ibla, nonostante gli incontri succedutisi dal 2016 con vari assessori, ai quali gli era stata rappresentata l’assoluta necessità della presenza del 118 a Ibla h 24 e non solo diurna, e del ripristino della Guardia Medica magari Turistica richiesta da questa Associazione nel 2016 e 2017, concedendo a tale scopo i locali a piano terra dell’edificio scolastico Giovanni Pascoli come nel passato, o nell’edificio comunale di piazza Pola.

Restando indignati per la determinazione dell’ASP  di Ragusa con la quale è stato soppresso un importante servizio sanitario, chiediamo al Sindaco nella qualità di  Autorità Sanitaria Locale e Responsabile del Piano di Protezione Civile, se è stato informato di tale decisione e quali provvedimenti riterrà opportuno adottare al fine di garantire la sicurezza e il rapido accesso a Ibla dei mezzi di soccorso, stante  la notevole perdita di tempo per accedere a Ibla al Santissimo Trovato (unica via di accesso a Ibla) causata dall’illegale inversione di marcia dei pullman turistici specie quando arrivano contemporaneamente parecchi bus, e della pericolosità del parcheggio spesso in doppia fila dei suddetti pullman lungo la Circonvallazione, come ripetutamente segnalato e documentato con filmati e foto, che di fatto possono provocare  irreparabili ritardi nei soccorsi”.

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