Eh che ci possiamo fare! Ecco cosa non va nella Sicilia del Sud Est dove tutto costa più caro (per i turisti)

Prezzi sempre più alti, soprattutto per i turisti (con granite che costano anche 5-6 euro), tanti disservizi e collegamenti viari ancora da terzo mondo. E’ vero, abbiamo spiagge bellissime, monumenti straordinari, il dono dell’accoglienza, ma alla fine ci perdiamo in un bicchier d’acqua. O forse sarebbe meglio dire, in uno stagno visto che poi alla lunga, la politica dello spenna turista non funziona di certo ad una Sicilia che ha tanto da offrire ma che si mostra non in forma splendente. Lo diciamo riprendendo il post social del giovane imprenditore catanese Sergio Serafini che in questi giorni, da turista, ha visitato il ragusano e il siracusano. La Sicilia del Sud Est, quel distretto naturale dove c’è tanto da vivere ma purtroppo riusciamo spesso a creare solo danni di immagine per guadagnare qualche spicciolo in più. Serafini lo scrive sul sul profilo utilizzando un titolo decisamente forte e provocatorio, “La Sicilia fa schifo”, ma frutto della rabbia che sale soprattutto ai siciliani che sanno quanto bella sia quest’isola spesso messa in cattiva luce per gli interessi di pochi. E come in un diario di viaggio, il giovane imprenditore ci racconta cosa va, ma soprattutto cosa non va in questo lembo di Sicilia dove la risposta che più si sente è quasi automatica ed è “Eh che ci possiamo fare!”. Noi, come Serafini, siamo dell’idea invece che ci possiamo fare.
A seguire il suo amaro intervento.

LA SICILIA FA SCHIFO

Il titolo è forte, lo so. Non sono impazzito e non sono diventato leghista, ma è fondamentale che da siciliani ci si dica la verità.

In questi giorni ho vissuto la provincia del Siracusano e Ragusano che in realtà dovrebbero essere, almeno da 5 anni, la parte migliore della nostra isola.

Partiamo da un dato. Per arrivare a Ragusa da Catania (100 km a stento) ci vogliono tra l’1.40 h e le 2h. Questo perché nel 2017 non siamo riusciti a completare un modesto tratto autostradale.

Decidiamo di fare base a Lido di Noto. A mezz’ora/quaranta minuti da Marzamemi (17 km?), a 1.15 h da Scicli (55 km?), vicino alle spiagge tra le più belle della Sicilia.

Prima struttura, il WiFi funziona per il 20% della nostra permanenza. Invece di uno sconto ci dicono “Eh ma che ci possiamo fare? Sono giorni complicati per via delle ferie”.

Ed è proprio l’#Ehmachecipossiamofare il problema della Sicilia. Ma ci torneremo.

Ci spostiamo in altra struttura, che se la vedesse uno sceicco vista la posizione e il mare ci farebbe un resort meraviglioso. E invece no, è gestita alla siciliana. Ombrelloni e sdraio rotte per il 45% (#Ehmachecipossiamofare risponde il bagnino), camere non dotate di Not disturb (#Ehmachecipossiamofare scrivete su un foglio, risponde la cameriera), WiFi che va alla velocità di Beirut dopo un bombardamento (#Ehmachecipossiamofare abbiamo l’Hotel pieno, risponde la Reception).

Struttura sbagliata? Non credo.

Parliamo di Marzamemi nella quale abbiamo passato 4 delle sere di questa vacanza.

Appena esci dalla macchina, percepisci una squisita aroma di fogna a cielo aperto che ti accompagnerà per tutta la tua permanenza, manco fossi a Mombasa (#Ehmachecipossiamofare, diranno le Amministrazioni locali).

Livello del cibo dozzinale, prezzi pazzeschi e l’impressione che tutti ti stiano facendo cortesie mentre sei tu che li stai pagando profumatamente.

Attenzione eh, a Taormina è molto peggio. Non è che parliamo solo di questa zona. Anzi forse Taormina é il posto in Sicilia peggiore nel rapporto qualità prezzo.

La stessa Ortigia, altro gioiello, non è che sia diventata molto migliore della suddetta. Anzi.

Per non parlare dell’anno scorso a Lampedusa che senza offrire un cazzo ci è costata quanto il tour del Giappone a Capodanno. Ci hanno offerto il mare più bello del mondo, certo. Ma tecnicamente non mi pare sia merito dei Lampedusani.

I cugini spagnolo e greci, per non parlare di altri continenti ci stanno assolutamente massacrando nel rapporto qualità/prezzo.

Ora io potrei continuare per ore e voi mi potreste dire che ci sono anche i casi di eccellenza, che in fondo la Sicilia é una terra selvaggia, che è una terra affascinante proprio per le sue contraddizioni.

Balle! Questa terra meravigliosa (e che io amo profondamente) deve cambiare partendo dall’amor proprio e della consapevolezza del suo popolo. Nell’epoca di TripAdvisor, delle recensioni, della viralitá è strategia kamikaze quella di continuare a pensare a “scipparici a testa, tanto non capisciunu nenti e comunque non tonnunu chiu”.

Si fa presto a dire che Briatore non capisce un cazzo e che il meridione “potrebbe” vivere di turismo (ci sarà pure un motivo se lo si dice da quarant’anni e non si concretizza). La verità è che il turismo va fatto con passione, amore, dedizione. E che il turismo merita investimenti e cura dei dettagli che non siamo in grado di garantire.

Cosa resta? Le meravigliose foto che ho scattato e che in parte ho pubblicato, i momenti con persone importanti nella mia vita, il relax. Cose che purtroppo non sono merito di ristoratori, albergatori ed esercenti.

Fra qualche giorno si ritorna in trincea. Sono carico per le sfide che ci aspettano, Sicilia permettendo.

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