Dipendenti della Provincia in protesta stamani. Manifestazione e incontro in Prefettura

In protesta, attraverso una manifestazione che sta attraversando il centro storico, anche i 352 dipendenti dell’ex Provincia regionale che hanno deciso di aderire, attraverso anche i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Ugl, allo sciopero generale indetto a livello nazionale. Nell’area iblea lo sciopero ha anche un’altra connotazione ovvero quella riferita alla protesta che si sta sviluppando ormai da diverse settimane contro la Regione e che ha visto i dipendenti salire sul tetto dell’edificio di viale del Fante quale gesto plateale. Una delegazione è andata a Roma per partecipare alla manifestazione nazionale mentre il corteo di Ragusa, partito da viale del Fante, sta attraversando via Roma, corso Italia per giungere in piazza Poste. Una ristretta delegazione si confronterà in Prefettura. Tra i presenti anche il sen. Giovanni Mauro, ex presidente della Provincia.
I lavoratori del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, di fronte al fallimento della Legge 56/2014 “Delrio”, e la Legge regionale 15/2015, di cui la condizione del Libero consorzio comunale di Ragusa costituisce un riflesso emblematico, prendono atto del silenzio assordante delle istituzioni, dal Parlamento al Governo nazionale a quello della Regione Sicilia, a tutte le forze politiche che si apprestano allo svolgimento delle campagne elettorali.

La protesta di Ragusa riguarda, oltre alla rivendicazioni nazionali contro il prelievo forzoso dello Stato, la richiesta di un finanziamento regionale adeguato ad evitare il dissesto dell’Ente che aspetta almeno 5 milioni di euro dall’ultimo riparto di 21,5 deciso dall’Assemblea Regionale Siciliana per evitare la messa in liquidazione dell’Ente e la chiusura dei servizi essenziali.

Intervento delle parlamentari MariaLucia Lorefice e Vanessa Ferreri del Movimento 5 Stelle.
“Esprimiamo -affermano le parlamentari Lorefice e Ferreri- solidarietà ai dipendenti della Provincia Regionale di Ragusa che ancora oggi manifestano per veder riconosciuti i loro sacrosanti diritti e per garantire servizi, a partire da quelli essenziali. Un problema, quello del prelievo forzoso dello Stato, un vero e proprio dramma, una problematica che viene sollevata da anni ormai ma non sembra trovare soluzione. Solo promesse, le solite e nulla più. Ciò che oggi sta avvenendo è frutto di scelte che non hanno saputo tenere conto delle necessità dei territori e dei dipendenti”.

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