Arrestato scafista recidivo. Aveva già portato migranti in Italia, era stato arrestato ed espulso ma è tornato dalla Tunisia con un altro carico di connazionali

La Polizia a seguito dello sbarco di ieri ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di: *BEN DHAOU Houssem*, nato in Tunisia in data 06.07.1989. Secondo i testimoni è lui che ha condotto l’imbarcazione partita dalle coste tunisine. Il responsabile del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, concorreva con altri soggetti presenti in Tunisia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.

*MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE*

Alle ore 17,55 dell’11 maggio scorso, la nave della Marina Militare Britannica HMC Protector, in assetto Frontex, veniva informata da Circomare Lampedusa che vi era un natante con a bordo circa100 migranti e che sul posto stavano operando due unità della Guardia Costiera italiana. Avvisata IMRCC Roma, la nave militare operava il trasbordo dei migranti e li trasportava presso il porto di Pozzallo ove giungeva alle ore 09.00 del 12.05.2018
Dopo le operazioni sanitarie di rito, i migranti venivano trasferiti presso il locale Hotspot per le operazioni di pre-identificazione.

*LE INDAGINI*

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Pozzallo, hanno sottoposto a fermo lo scafista che ha condotto l’imbarcazione con a bordo 111 migranti di varie nazionalità anche se prevalentemente tunisini.
I migranti sono partiti dalla Tunisia in quanto volevano raggiungere l’Europa perché in scarse condizioni economiche e hanno pagato mediamente 1.200 euro.
Grazie alle testimonianze dei passeggeri è stato possibile trarre in arresto lo scafista che su disposizione dell’Autorità Giudiziaria è stato condotto in carcere.
Il particolare che è emerso a seguito dell’identificazione dello scafista è che non era la prima volta che commetteva questo reato. Nonostante abbia dato un nome falso, le impronte digitali hanno permesso alla Polizia Scientifica di appurare che proprio la Squadra Mobile di Ragusa lo aveva arrestato ad ottobre del 2017. Un soggetto quindi che dopo l’arresto ed il tempo di permanenza in carcere era stato espulso dall’Italia una volta liberato. Nonostante tutto è tornato in Italia sempre in veste di scafista ma non ha fatto i conti con un nuovo arresto e stante la recidiva aggravata resterà in carcere per un lungo periodo.

Inoltre, la Polizia di Stato ha tratto in arresto un pericoloso soggetto tunisino (pluripregiudicato in Italia) che durante le fasi di ingresso al centro per migranti ha tentato di aggredire una donna operatrice presso l’Hot Spot. Ad impedire l’aggressione ci ha pensato uno degli agenti in servizio al Reparto Mobile di Catania che insieme ai colleghi si occupa della tutela dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica in occasione degli approdi delle navi che trasportano migranti e della permanenza di questi ultimi sul nostro territorio.
Il valoroso poliziotto non ha esitato a frapporsi tra il tunisino e la donna e per questo è stato colpito al volto brutalmente con una testata. Nonostante le ferite riportate, l’agente ha subito bloccato l’autore dell’aggressione. Immediato il supporto degli altri poliziotti per condurre il soggetto lontano dagli altri migranti (così da evitare un loro coinvolgimento), traendolo in arresto per il reato di violenza a Pubblico Ufficiale. L’arrestato, già gravato da pregiudizi di Polizia in Italia (paese che lo aveva espulso), è stato poi condotto presso il carcere di Ragusa a disposizione della Procura della Repubblica iblea. Al termine dell’eventuale condanna sarà nuovamente espulso in modo coatto.

La Squadra Mobile di Ragusa oltre ad aver indagato sul passato criminale dello scafista, ha condotto approfondite indagini in ordine a tutti i tunisini sbarcati già espulsi dal territorio italiano.
Dagli accertamenti effettuati a seguito del rilevamento delle impronte digitali da parte della Polizia Scientifica, la Squadra Mobile ha appurato che diversi cittadini tunisini erano già stati in Italia ed avevano commesso reati, soprattutto al nord Italia.
Alcuni di questi avevano anche commesso più tipologie di reato per poi essere espulsi, altri invece avevano solo provato a fare ingresso in Italia ma erano stati respinti con ordine del Questore competente per territorio.
Sono ben 6 i soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari e che pertanto sono stati arrestati: 5 sono stati arrestati per aver fatto ingresso in Italia dopo l’espulsione. Si specifica che 4 di questi sono stati condotti in carcere in quanto pluripregiudicati, mentre uno è stato rimesso in libertà e sarà espulso. 1 altro soggetto è stato condotto in carcere dove dovrà scontare la pena a lui inflitta dal Tribunale di Ancona per il reato di resistenza a Pubblico Ufficiale.

*LA CATTURA*

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.

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