Aquarius e i migranti, mare grosso, cambio rotta

Continua la navigazione verso Valencia della nave Aquarius, gestita in collaborazione da Medici Senza Frontiere (MSF) e SOS Mediterranee, che al momento si trova a circa 30 miglia nautiche al largo della Sardegna con 106 persone soccorse rimaste a bordo, dopo il trasferimento di 523 persone sulle navi italiane. Le condizioni meteo sono state molto dure durante la notte, con onde fino a 4 metri e vento a 35 nodi. Il team medico di MSF ha assistito *almeno 80 persone con sintomi da mal di mare,* tra cui donne incinte e una neo-mamma che allattava il suo bambino. La maggior parte delle persone ha dormito nel riparo allestito all’interno della nave per proteggerle dal vento.

*“È stata una notte molto dura, il mare era grosso e la maggior parte delle persone ha avuto il mal di mare. Stamattina molte di loro stanno ancora male, ma la situazione è più serena. Le persone sono nel riparo e si stanno riprendendo dalla nottata. Abbiamo distribuito arance, barrette di cereali, cornetti e thè freddo forniti ieri dalla Guardia Costiera Italiana e le condizioni del mare sono leggermente migliori”* racconta *Aloys Vimards, capo progetto di MSF a bordo della Aquarius.*

*Per evitare il mare avverso, sotto le indicazioni della Guardia Costiera Italiana (MRCC),* *la Aquarius ha cambiato rotta* e navigherà, insieme alle navi della Guardia Costiera e della Marina italiana, lungo la costa orientale della Sardegna. A bordo ci sono 52 donne, 10 bambini e 45 uomini, tra cui persone trattate per sindrome da annegamento o con gravi ustioni da carburante e acqua salata.

Dichiara la *dott.ssa Claudia Lodesani, presidente di MSF:** “I nostri amici, colleghi, con 106 persone esauste e vulnerabili e tante altre sulle navi delle autorità italiane, sono da giorni in mare, stanotte con onde alte e vento forte, in una lunga e assurda traversata verso la Spagna. Nel frattempo la zona di ricerca e soccorso resta sempre più scoperta, 41 persone sopravvissute a un naufragio recuperate da una nave americana sono restate per ore in attesa che qualcuno se ne assumesse la responsabilità, 12 cadaveri sono rimasti in mare”*.

*“Sotto gli occhi del mondo intero, questo braccio di ferro sulla pelle delle persone mette gravemente a rischio il sistema di ricerca e soccorso, che risponde all’obbligo del diritto internazionale e marittimo di salvare vite in mare. Un sistema a cui le organizzazioni umanitarie hanno offerto il proprio aiuto, supportando la Guardia Costiera italiana nel salvare vite, per colmare il drammatico vuoto lasciato dagli Stati Europei”. *
*“Siamo vicini ai nostri colleghi sulla Aquarius, ai colleghi delle altre organizzazioni che sono ancora in mare nonostante gli ostacoli e le offese, e a tutte le persone disperate che rischiano la vita in mare o sono bloccate nell’inferno libico perché le politiche europee non lasciano nessuna alternativa. Con la speranza che si torni presto a parlare di canali legali e sicuri, di ricerca e soccorso in mare e di accoglienza con l’umanità che queste persone meritano, perché la tutela delle vite umane sia sempre al di sopra di ogni altra considerazione”.*

MSF è scesa in mare nel maggio del 2015 per rispondere a un inaccettabile numero di morti in mare, 1200 in due settimane nell’aprile 2015, dopo la chiusura dell’operazione italiana Mare Nostrum. Da allora MSF non ha mai smesso di chiedere vie legali e sicure per le persone in fuga verso l’Europa e l’avvio di un sistema di ricerca e soccorso concordato a livello europeo. Dall’inizio delle proprie attività in mare MSF ha contribuito a salvare oltre 75.000 vite nel Mediterraneo centrale, nel rispetto del diritto marittimo e sotto il coordinamento della Guardia Costiera italiana.

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