80 anni fa le vergognose leggi razziali. Anche in provincia di Ragusa ci furono vessazioni. VIDEO

Quest’anno ricorre l’ottantesimo anniversario della proclamazione delle leggi razziali, da parte del regime fascista, note all’epoca come “Leggi in Difesa della razza”. Furono promulgate il 18 settembre di esattamente 80 anni fa, il 1938. Quest’iniziativa seguiva quella nazista del 1933, nota come “Le leggi di Norimberga” e si inseriva in un contesto europeo fortemente caratterizzato in senso anti-ebraico e che negli anni Trenta dello scorso secolo produsse in paesi come la Polonia, la Romania, l’Ungheria, ecc. una serie di leggi razziste che colpirono in modo più o meno grave soprattutto le comunità ebrei locali. Tali norme dettero l’avvio ad una serie di iniziative discriminatorie verso cittadini che spesso avevano vissuto da generazioni in quelle nazioni, discriminazioni che portarono alla perdita di diritti elementari e fondamentali (lavoro, scuola, salute, unioni matrimoniali, ecc.), che portò, in alcuni casi, alla perdita ( per i non-ariani) dello stesso status di cittadino e al diritto di rimanere nelle nazioni dove vivevano, studiavano, lavoravano. Tali norme in Germania ed in Italia furono la premessa della persecuzione e poi dello stermino, una delle pagine più vergognose e drammatiche della storia europea del Novecento.

Anche in provincia di Ragusa ci furono dei risvolti negativi. La campagna razzista perseguita contro cittadini di origine ebraica nella provincia ragusana, è una pagina misconosciuta e poco onorevole, è uno dei tasselli di quella storia del novecento, una stagione maledetta, vergognosa e buia sulla quale gli italiani non hanno fatto ancora la necessaria autocritica, né lasciato che la luce della verità la illumini completamente, senza remore nè sconti.

Il regime fascista di Benito Mussolini lanciò la legislazione persecutoria, già introdotta nel 1933 da Adolf Hitler e nello stesso 1938 da altri governi antisemiti europei. Viene attuata un’intensa campagna denigratoria sulla stampa. In agosto viene effettuato un apposito censimento-schedatura, a impostazione razzista. Settembre 1938/Giugno 1940 – Le leggi antiebraiche vengono deliberate dal governo dittatoriale di Benito Mussolini, approvate dal Parlamento asservito al fascismo, controfirmate dal re, esaltate sulla stampa di regime, applaudite dai giovani irreggimentati nei Gruppi universitari fascisti. Vengono classificate “appartenenti alla razza ebraica” tutte le persone con due genitori ebrei, anche se professanti altra o nessuna religione. In nome della “difesa della razza” gli ebrei vengono allontanati dalla scuola pubblica, espulsi dagli impieghi pubblici e da un numero crescente di attività, obbligati a cedere i beni immobili superiori a un certo limite, ecc. I libri di autore ebreo vengono banditi dalle scuole e dalle librerie. Agli ebrei stranieri vengono revocate le cittadinanze e i permessi di residenza concessi negli ultimi venti anni. Alcuni perseguitati reagiscono suicidandosi, come a Taormina.

 

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