FINALMENTE SAPPIAMO “COME NACQUE LA PROVINCIA DI RAGUSA”!!!

Sull’ultimo numero del mensile modicano  “Dialogo” in un articolo dal titolo “ Come nacque la provincia di Ragusa”  l’Autrice Anna Malandrino scrive: “ … A Ragusa l’Avv. Filippo Pennavaria organizzò e divenne capo di forze politiche che si ispiravano agli ideali del futuro Partito Nazionale Fascista. Il 24 Novembre 1919 Pennavaria fondò l’Associazione Nazionale Combattenti, la quale divenne un centro di forza pronto all’azione “per imporre le idee fasciste nei cervelli dei refrattari toccando i crani a suon di manganellate”. Ragusa fu la prima città siciliana ad aver dato vita a questo movimento politico, come risulta dalla frase incisa nella torre littoria edificata per volere dello stesso Mussolini.Fascismo ibleo. Tu primo a sorgere nella generosa terra di Sicilia.”

Mi fermo un attimo per porre alla Malandrino qualche domanda : “Come potevano queste forze politiche ispirarsi alle idee di un partito “futuro” cioè che ancora non esisteva? Per lo stesso motivo:  perché l’Associazione Nazionale Combattenti che era nata a Ragusa prima del Partito Fascista doveva  avere come scopo quello di “imporre le idee” di un partito che ancora non esisteva a Ragusa?”

La frase citata in corsivo può riferirsi al Partito Fascista, non all’Associazione Nazionale Combattenti, ma se è una citazione, perché l’Autrice dell’articolo non ne indica la fonte?

Sempre riferendosi all’Associazione Nazionale Combattenti, se guardiamo alla sintassi, l’articolo dice che fu la prima città ad aver dato vita a questo movimento politico e poi in effetti cita la frase sul “Fascismo Ibleo ..etc.”

Insomma “a ciascuno il suo” e “a ciascuno le sue responsabilità” o parliamo dell’Associazione Nazionale Combattenti o parliamo del Partito Nazionale Fascista.

L’articolo prosegue:

“Fonti storiche concordanti attribuiscono a Pennavaria le responsabilità di sanguinose azioni criminali….il 9 aprile del 1921 in piazza S. Giovanni a Ragusa furono uccisi 4 braccianti e ferite 60 persone. Pennavaria fu visto con la pistola ancora fumante in mano. La dichiarazione del testimone fu successivamente ritrattata nel processo di appello.”

Pennavaria fu costretto a fuggire e si rifugiò a Roma dove frequentò gli ambienti fascisti e fece parte dei picchiatori e venne a diretto contatto con il leader del movimento Benito Mussolini”

Saremmo curiosi di conoscere, se è possibile, queste “fonti storiche concordanti” perché altri fonti storiche , e non di parte, raccontano i fatti in maniera completamente diversa.

L’Autrice dell’articolo prosegue parlando della creazione della Provincia di Ragusa che, alla luce di quanto precede, appare il prezzo pagato da Mussolini a Pennavaria  per “le sanguinose azioni criminali” di cui si era reso responsabile.

A conclusione dell’articolo si ritorna a Filippo Pennavaria con queste note .” Filippo Pennavaria fu rinviato a giudizio per i moti del 1921. A rendere testimonianza fu addirittura chiamato il Vescovo di Caltanissetta, Mons. Giovanni Iacono.( Se conosceva la persona e i fatti perché non doveva testimoniare? Nel 1921 non era vescovo e non risiedeva a Caltanissetta  n.d.r.) . Il 29 Marzo 1946 la Corte di Assise di Appello di Roma lo prosciolse dalle accuse per insufficienza di prove. Fu scarcerato, ma lo stesso ricorse in Cassazione per ottenere, come accadde, l‘assoluzione con formula piena: fu infatti prosciolto, perché il fatto a parere dei giudici, non costituì reato” (o” per non aver commesso il fatto”, perché c’è una bella differenza. n.d.r.).

Se ben due sentenze, e in epoca non sospetta, assolvono Pennavaria ,non si comprende perché si torna a raccontare la Storia affidandosi a pregiudizi (nel senso letterale di giudizi preconfezionati) e a contrapposizioni viscerali dettati anche da un certo campanilismo duro a morire.

 

 

 

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