PRENDE IL VIA DOMANI IL PROCESSO PRESSO IL TRIBUNALE DI CATANIA CHE VEDE SOTTO ACCUSA GLI ORGANIZZATORI DELLA PROTESTA SICILIANA DEL GENNAIO 2012

Era il 16 gennaio del 2012 quando i Forconi decisero per un azione forte ed eclatante per mettere in primo piano l’imperante crisi economica e la sofferenza dei lavoratori del comparto agricolo e del settore produttivo. Un vero e proprio blocco della Sicilia che per alcuni giorni dovette fermarsi e prestare davvero attenzione alle richieste disperate di tanti imprenditori sul lastrico e lavoratori senza più illusioni. Lavoratori stanchi delle continue vane promesse di una politica inesistente. La stessa politica che il 22 gennaio 2012, a margine della grande manifestazione siciliana, decise di mostrare un atto di responsabilità firmando un documento (allegato alla presente) che riconosceva fondate le richieste del Movimento dei Forconi e Forza D’Urto, prendendo un impegno formale e scritto con tutti i siciliani, impegnandosi a risolvere i numerosi punti presentati dai Movimenti. Nella più ufficiale delle istituzioni, il parlamento siciliano, si riconosceva il ruolo dei Movimenti che mettevano in atto la protesta e si riconosceva la corretta validità delle loro richieste. Quell’atto in poco tempo è diventato carta straccia. Un documento firmato da parlamentari siciliani e nazionali che non ha avuto nessun riscontro concreto per i cittadini. Un atto di grande vergogna e irresponsabilità.

Domani avrà inizio al Tribunale di Catania il processo contro gli organizzatori della protesta siciliana di quel gennaio 2012. Al processo anche Mariano Ferro leader dei Forconi, da sempre in prima linea per difendere i diritti e la dignità di chi lavora. “Domani non saranno processati solo i singoli ma un intero popolo – sancisce Mariano Ferro –  Non importa se siamo l’ultima regione d’Europa, non importa se non abbiamo scuole, ospedali, strade e servizi, non importa se l’economia crolla e i disoccupati aumentano, non importa se le aziende chiudono, l’ importante è subire senza ribellarsi”. E’ con provocazione evidente che oggi i Forconi scrivono : “Facciamo capire che la giustizia esiste e che lo Stato c’è. Processiamo i Forconi che si sono ribellati e si ribellano a questo sistema marcio, corrotto e mafioso”.

 

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