CONCLUSE LE COMPLESSE INDAGINI SULLO SBARCO DEL 2 AGOSTO A POZZALLO E ROCCELLA IONICA

Un’imbarcazione in legno fatiscente con a bordo quasi 250 migranti, buona parte di essi (i più piccoli) allocati in stiva, gli altri tutti sopra coperta.

Una volta soccorsi le navi venivano inviate in due distinti porti, quello di Pozzallo e quello di Roccella Ionica. Questo dato ha complicato la vita agli investigatori della Polizia ma grazie alla collaborazione tra i due uffici è stato possibile individuare i 10 membri dell’equipaggio, 7 in Sicilia e 3 in Calabria.

Sono tutti egiziani ed uno è minorenne: HABESH Ibrahim, nato in Egitto il 16.01.1992 , GOMA Mohamed, nato a Cafr.echikh (Egitto) il 01.01.1995, AHMED Rachid, nato in Egitto il 01.01.1996, HOSNI Hasem, nato in Siria il 09.08.1996, AHMED Shadie, nato in Egitto il 01.01.1996, ABDUL NASIR Kamal, nato in Egitto il 01.01.1996, H.M.L.M., nato in Egitto di anni 17.

I responsabili del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, si associavano con altri soggetti presenti in Egitto al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  

I migranti provenienti da Siria, Egitto e Sudan, in parte sono stati ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo ed altri subito trasferiti in centri presenti sulla penisola italiana.

 

MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE

 

Alle ore 08:00 del 02/09/2015 la nave “HMC Protector” della Marina Militare Inglese giungeva nel porto di Pozzallo ove sbarcava 136 migranti clandestini di cui molti egiziani. Tra i predetti si contavano anche cittadini siriani, somali e sudanesi. Ciò in quanto la medesima unità navale, a seguito di disposizioni impartitele dai Comandi Generali delle Capitanerie di Porto di Roma e di Malta era intervenuta alle ore 10.00 del giorno 01.09.2015, unitamente ad altre unità navali, all’intercetto di un barcone carico di clandestini. Una volta raggiunto tale natante la nave militare e le altre unità provvedevano al recupero di tutti i migranti su di esse, non prima di aver posto ogni condizione tesa alla salvaguardia della loro incolumità. Al termine delle operazioni di recupero la nave inglese conteggiava il numero di 136 soggetti recuperati mentre il restante numero di 109 era stato recuperato dalle altre unità intervenute. Sempre la nave inglese riceveva l’ordine da dirigere verso il porto di Pozzallo mentre veniva disposto che le altre due unità intervenute si recassero verso il porto di Roccella Ionica ove avrebbero, così come anche la prima unità, fatto sbarcare i clandestini. Il porto di Roccella Ionica veniva raggiunto da tali ultime unità nella serata dello stesso giorno 01.09.2015 cosa non possibile alla nave militare inglese che guadagnava lo scalo marittimo del porto di Pozzallo solo alle ore 08.00 del 02.09.2015 e ciò a causa dell’elevata distanza. Già nella serata del 01.09.2015, personale del Commissariato della Polizia di Stato di Siderno, iniziava l’attività investigativa che si concludeva con il Fermo di PG quali indiziati di delitto di 3  egiziani.

 

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

 

Le operazioni di Ordine e Sicurezza Pubblica nei casi di sbarchi che vedono la presenza di soggetti provenienti da paesi per i quali è previsto il previsto il respingimento (come l’Egitto), son molto complesse.

Bisogna prestare la massima attenzione per evitare fughe prima del riconoscimento e permettere così il rimpatrio coatto con respingimento del Questore di Ragusa.

Alcuni dei migranti dovevano essere inviati subito in altri centri, altri permanere al C.P.S.A. per essere subito respinti ed altri ancora erano di interesse della Squadra Mobile in quanto scafisti o testimoni, tutto questo richiede la massima attenzione.

La Polizia di Stato ha coordinato le diverse entità che compongono la macchina organizzativa, al fine di prevedere per tempo l’impiego di risorse specializzate atte a sostenere le esigenze per lo sbarco.

Il Funzionario della Questura di Ragusa, dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dal CPSA ad altre regioni e l’accoglienza di centinaia di migranti, complessivamente ieri sono state movimentate quasi 250 persone, tra chi è stato ospitato al C.P.S.A., chi è subito partito e chi è stato traferito.

Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e tanti minori alcuni in tenerissima età.

Alle procedure hanno partecipato tra altri 40 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.

Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza più ospitali.

La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. In tempi record sono stati identificati centinaia di migranti approdati e oggi continueranno fino al termine delle procedure previste.

Parte dei migranti egiziani, ovvero i maggiorenni, verranno respinti alla frontiera per ordine del Questore di Ragusa, così come previsto dalle norme contenute nel testo unico per l’immigrazione, i minori invece sono stati già affidati.

LE INDAGINI

 

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota di Carabinieri ed una della Guardia di Finanza hanno concluso le indagini dopo 36 ore.

Si è trattato di sicuro dell’indagine sull’individuazione degli scafisti più complessa fino ad oggi svolta dalla Polizia a Pozzallo in occasione degli sbarchi.

La complessità è dovuta di sicuro al fatto che i migranti, una volta soccorsi in alto mare sono stati separati e condotti in due porti diversi molto distanti tra loro e con arrivo in banchina differito di 12 ore.

La Polizia di Ragusa ha dovuto recuperare il gap creato dalle diverse esigenze di Ordine e Sicurezza Pubblica. In primis bisognava allinearsi con i colleghi della Polizia di Stato di Siderno che avevano 12 ore di vantaggio e questo ha comportato avere due marce diverse con problemi per le individuazioni di ben 10 componenti dell’equipaggio.

Quando si inizia un’indagine volta all’individuazione degli scafisti bisogna procedere per ordine, prima vengono osservati tutti i migranti, poi vengono scelti i testimoni in base alle regioni di provenienza e poi si tenta l’approccio con gli scafisti per una confessione.

Quando a Siderno la Polizia aveva già raccolto gravi indizi di colpevolezza su 3 egiziani a Pozzallo ancora dovevano sbarcare tutti i migranti e questo ha creato uno scompenso rispetto al modus operandi solito della Polizia di Ragusa.

Le difficoltà non mancano mai in ogni indagine, ma non mancano neanche le soluzioni, difatti i due uffici di Polizia operanti hanno collaborato a stretto contato mediante collegamento telefonico e internet, con scambio di foto e documenti acquisiti durante l’attività.

Dopo diverse ore di lavoro gli investigatori avevano una difficoltà dettata dal fatto che i testimoni presenti a Pozzallo riconoscevano solo gli scafisti sbarcati a Roccella Ionica e viceversa quelli sbarcati in Calabria riconoscevano gli scafisti presenti in Sicilia. In pratica i testimoni avevano paura e fisiologicamente credevano di poter indicare solo gli scafisti lontani dal loro centro che essi stessi avevano visto andare via in un’altra imbarcazione soccorritrice.

Le indagini non hanno avuto sosta perché conoscendo il modus operandi delle consorterie criminali egiziane, 3 scafisti erano troppo pochi, i loro equipaggi sono molto più consistenti, pertanto si scavava sempre più a fondo.

La tenacia e la professionalità degli investigatori permetteva di individuare uno dei membri dell’equipaggio che dopo vari tentativi si determinava a confessare indicando tutti e 10 i componenti dell’equipaggio, permettendo così di individuare dal comandante al motorista, passando per coloro che si occupavano della sicurezza a bordo e la distribuzione dei viveri.

I testimoni una volta appreso che la Polizia aveva isolato i responsabili del reato di favoreggiamento integravano le loro dichiarazioni fornendo ogni utile dettaglio e descrivendo tutte le diverse mansioni assunte dagli scafisti.

Al termine delle indagini ben 10 sono stati i fermi, 7 eseguiti dalla Polizia di Ragusa e 3 da quella del Commissariato di Siderno.

I migranti hanno riferito di aver ricevuto promesse mai mantenute: “ci avevano detto che gli egiziani sono diversi dai libici, che ci avrebbero trattato bene, invece solo promesse non mantenute, ci hanno picchiato non appena cambiavamo posto e dato da mangiare pane e acqua, anche ai bambini”.

“i più piccoli sono stati messi in stiva, noi siriani avevamo pagato forse di più e siamo stati sopra, dove almeno si respirava”.

“abbiamo pagato 3.000 dollari per viaggiare sicuri, ma sembrava di non arrivare mai, quando abbiamo visto le navi italiane abbiamo ringraziato Dio di essere salvi, il cibo erano finito da giorni”.

Uno scafista reo confesso: “Il cibo era costituito solo da pane e qualche pezzo di formaggio ed è terminato il terzo giorno di navigazione alla volta dell’Italia. A causa di ciò molti dei passeggeri hanno patito la fame e la sete mentre altri hanno ovviato a tale inconveniente ricorrendo al poco cibo che avevano con loro. Gli atti di violenza da parte dell’equipaggio nei confronti dei passeggeri erano dovuti alle proteste di questi ultimi per la mancanza di acqua e cibo che sono diventate più insistenti. Raramente nel corso del viaggio veniva concesso ai passeggeri allocati nella stiva di salire in coperta e ciò per consentirgli di prendere delle boccate d’aria, per non compromettere la stabilità della barca”.

Al termine delle escussioni di numerosissimi testimoni, gli scafisti sono stati arrestati e condotti in carcere a Ragusa ad eccezione del minorenne che è stato condotto al C.P.A. per minori su disposizioni della Procura per minorenni di Catania.

Dalle indagini è stato possibile inoltre appurare che gli organizzatori egiziani unitamente agli scafisti hanno incassato circa 750.000 dollari, avendone i migranti pagati in media 3.000 cadauno.

 

 

LA CATTURA

 

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanna inflitte dell’Autorità Giudiziaria e già passate in giudicato.

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

 

Nel 2015 sono 105 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 199 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.

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