SEQUESTRO PREVENTIVO DEL DEPURATORE DI MODICA

 

            É di questi giorni il sequestro giudiziario preventivo del depuratore di contrada fiumara. Il provvedimento è stato assunto per evitare che si continuassero a sversare reflui non trattati nell’alveo del torrente con compromissione delle acque di falda, delle acque superficiali e dell’ambiente.

            Il sindaco, nonostante l’eclatante provvedimento, continua a dire che il depuratore funziona e che è il migliore della provincia. E progetta di presentare ricorso, lui dice al Tar, per ottenerne il dissequestro. Evidentemente non ha capito (o non vuole capire) che il giudice per le indagini preliminari ha assunto, assai responsabilmente, il provvedimento a fronte:

1)    di alcuni verbali di sopralluogo dell’ARPA compiuti tra i mesi di marzo e maggio 2015, in cui si evidenziavano “scarichi anomali di acque reflue nel torrente Modica-Scicli-Passo Gatta, senza alcun trattamento” e convogliati tramite by-pass ad attivazione manuale;

2)    di rilievi della polizia provinciale di Ragusa che confermavano gli scarichi dei reflui non trattati nell’alveo del torrente. Dagli stessi verbali emerge l’appostazione “di una tubazione in polietilene in uscita dall’unità di stacciatura” per mandare i reflui bruti, eventualmente in eccesso, direttamente nel pozzetto di clorazione. Per altro il direttore tecnico, dopo averla realizzata, ha chiesto l’autorizzazione a porla in funzione all’Assessorato regionale all’energia, il quale ha respinto l’istanza;  

3)    di una valutazione giudiziale negativa dell’anzidetta tubazione, la quale integrerebbe anche il danneggiamento delle acque pubbliche del torrente mediante uno scarico non autorizzato.

 

            Suggerirei al sindaco, anche se lui non accetta suggerimenti, di pensare a rimettere in sesto il depuratore; non è per caso che gli sia stata rifiutata l’autorizzazione a sversare i reflui depurati nell’alveo del torrente. Lo rimetta, dunque, in funzione, poiché, oltre a tutelare la salute dei cittadini e gli equilibri ambientali, ogni mese deve dar conto all’ARPA la quale, come è noto, ha l’obbligo di trasmettere le relazioni di sopralluogo all’Assessorato regionale competente. 

                                   

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