UN ALTRO TUNISINO ASSOLDATO DAI LIBICI PER CONDURRE UNA FATISCENTE BARCA IN LEGNO CON 360 MIGRANTI

 A bordo dell’imbarcazione soccorsa, 360 migranti quasi tutti eritrei e sudanesi che fremono per raggiungere il nord Europa, dove hanno parenti e amici già lì da anni. Tra loro un solo tunisino, comandante del peschereccio fatiscente e indicato come unico responsabile della traversata, si chiama AENOURI Mehamad, nato in Tunisia  il 17.03.1994 ed è stato sottoposto a fermo di Polizia.

Il responsabile del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, si associava con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  

I migranti provenienti tutti dall’Eritrea e dal Sudan, in parte sono stati ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo ed altri subito trasferiti in centri presenti sulla penisola italiana.

 

MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE

 

Alle ore 14:40 del 01/08/2015 la nave “Asso Ventinove” dell’Augusta Offshore S.p.A., dopo aver avvistato un’imbarcazione con numerosi migranti a bordo, informava immediatamente le autorità italiane. Alle successive ore 15:00 veniva disposto il recupero di tutti i migranti e, in conseguenza di tale disposizione, alle ore 15:30 la nave “Asso Ventinove” affiancava l’imbarcazione e procedeva alle operazioni di trasbordo, che avevano inizio alle successive ore 15:45. Tali operazioni si concludevano alle successive ore 16:25, permettendo di accertare che i migranti trasbordati erano in numero di 361. Al termine del trasbordo dei migranti la nave “Asso Ventinove” faceva rotta verso il porto di Pozzallo, presso il quale giungeva alle ore 15:15 del 02.08.2015, e dove procedeva allo sbarco di tutti i migranti, che venivano ospitati presso il C.P.S.A.

 

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

 

Le operazioni di Ordine e Sicurezza Pubblica, non hanno avuto alcuna problematica e nonostante i quasi 400 migranti da far sbarcare nessun problema è stato registrato.

La Polizia di Stato ha coordinato le diverse entità che compongono la macchina organizzativa, al fine di prevedere per tempo l’impiego di risorse specializzate atte a sostenere le esigenze per lo sbarco.

Il Funzionario dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dal CPSA ad altre regioni e l’accoglienza di centinaia di migranti, complessivamente ieri sono state movimentate quasi 600 persone, tra chi è stato fatto scendere, chi è subito partito e chi è stato traferito.

Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e tanti minori alcuni in tenerissima età.

Alle procedure hanno partecipato tra altri 40 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.

Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse,  dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza più ospitali.

La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. In tempi record sono stati identificati centinaia di migranti approdati e oggi continueranno fino al termine delle procedure previste.

 

LE INDAGINI

 

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota di Carabinieri ed una della Guardia di Finanza hanno concluso le prime fasi delle indagini in poco più di 6 ore, record per gli investigatori.

Gli investigatori questa volta si sono superati, in tempi record (mai stati così veloci) hanno individuato lo scafista.

Come sempre personale della Polizia sale a bordo delle navi soccorritrici per effettuare i primi accertamenti ma, solitamente gli scafisti riescono a confondersi tra i migranti per poi essere riconosciuti dai passeggeri e arrestati.

In questa occasione, stante la professionalità acquisita dalla Polizia, gli investigatori hanno riconosciuto subito lo scafista. Abbigliamento, segni di una marcata abbronzatura, grasso del motore sulle mani, provenienza geografica sono degli indici rivelatori fondamentali.

Pochi istanti dopo il sopralluogo sul rimorchiatore “Asso 29” ed il tunisino era già stato individuato e condotto negli uffici della Squadra Mobile presso il CPSA di Pozzallo.

Sottoposto ad interrogatorio non ha voluto confessare in alcun modo ma, l’escussione dei passeggeri ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a suo carico.

Al termine delle indagini lo scafista veniva condotto in carcere a Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Mediamente i migranti hanno pagato 1.500 dollari cadauno, quindi all’organizzazione criminale sono andati circa 550.000 dollari.

 

 

 

LA CATTURA

 

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanna inflitte dell’Autorità Giudiziaria e già passate in giudicato.

 

 

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

 

Nel 2015 sono 84 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 199 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.

 

 

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