SOTTOSCRIZIONE DEL DOCUMENTO CONGIUNTO SUL VERDE AGRICOLO

È stato presentato stamattina il documento congiunto, da sottoporre all’attenzione dell’Amministrazione comunale di Ragusa, in merito all’adozione di linee guida, sulle costruzioni in verde agricolo, nella sede dell’Ordine degli Architetti di Ragusa, sottoscritto dal Presidente dell’Ordine degli Architetti, Giuseppe Cucuzzella, dal Presidente dell’Ordine degli ingegneri, Vincenzo Dimartino, dal Consigliere regionale Saro Di Raimondo dell’Ordine dei geologi, dal presidente del Collegio dei geometri, Salvatore Cascone, dal Presidente territoriale della Cna, Giorgio Biazzo, e dal Presidente dall’Ance, Sebastiano Caggia.

Il Presidente dell’Ordine degli Architetti Cucuzzella spiega che il documento vuole essere un contributo per l’amministrazione comunale, e nel contempo per tutti gli operatori della filiera delle costruzioni, (forze professionali, imprenditori e rappresentanti di categoria), <Vorremmo-dice Cucuzzella, di concerto con tutti gli altri firmatari- che si facesse un po’ di ordine, perché sulla questione del verde agricolo in passato ci sono state delle delibere non applicate, e, adesso, approfittando del fatto che l’amministrazione comunale ha già approvato una delibera di giunta, volevamo dare il nostro contributo, facendo delle osservazioni. La prima considerazione riguarda lo “ius aedificandi” (diritto di costruire in zona agricola) attualmente, come previsto dalla delibera comunale, è riservato esclusivamente ai conduttori a titolo principale del fondo agricolo, e noi ci permettiamo di far notare che la giurisprudenza urbanistica, l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, hanno fornito un orientamento completamente diverso. La seconda la misura riguarda l’estensione dei lotti minimi, perché attualmente non esiste, (chi ha un terreno di 1000 mq non può edificare), per i quali l’Amministrazione comunale propone un lotto minimo di 20 mila mq in zone non tutelate, e 30 mila mq in zone tutelate da Piano paesaggistico; noi proponiamo di abbassare questo limite a 10 mila mq nelle zone non tutelate e a 20 mila mq in quelle tutelate. Ma l’aspetto che riteniamo più importante ha a che vedere con una serie di regole sulle qualità architettoniche delle costruzioni, sia a destinazione residenziale, sia a destinazione aziendale, che secondo noi forniscono il valore aggiunto al mantenimento del decoro della campagna. Perché una campagna abbandonata non fa onore a nessuno, non ci rende presentabili. Pensiamo quindi che si possa contribuire a realizzare delle costruzioni in verde agricolo in maniera dignitosa e a tenere in ordine il territorio. Questa è la sostanza del contributo che noi oggi abbiamo presentato e sottoscriviamo sottoponendolo all’attenzione del Comune di Ragusa>.

<Anche dal punto di vista geologico-dice il Consigliere regionale Saro Di Raimondo- un territorio abbandonato e incolto può divenire, nel tempo, fonte di dissesto idrogeologico; quindi chi meglio di una persona che ha un interesse specifico, come il proprietario che ha una sua residenza in quell’area, può controllare il territorio in questa maniera, così come quando in passato, prima che la campagna fosse spopolata, il territorio era controllato dai contadini>.

La tutela del paesaggio può quindi avvenire costruendo in zona agricola, attraverso delle regole e delle norme, che permettano al proprietario di un terreno, di poter realizzare un’abitazione privata che rispetti il contesto, e nel contempo contribuisca a rendere gradevole la campagna. Di certo non è possibile pensare di realizzare un fabbricato che deturpi il paesaggio locale, ma è anche vero che oggi non è possibile creare un falso architettonico; è preferibile vedere un edificio vetrato che crei una piacevole sinergia tra ambiente esterno e interno, piuttosto che assistere alla realizzazione di un edificio rifinito con finta pietra, finto rame o finti coppi siciliani. Inoltre, data la crisi attuale, questo documento aiuterà e contribuirà a rimettere in piedi il panorama economico della provincia di Ragusa, attraverso il rilancio dell’edilizia, che non può essere fatta di solo restauro e ristrutturazione, ma nemmeno di cementificazione massiccia!

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