PISTA CICLABILE, UN GIORNO DI ORDINARIA FOLLIA

Egregio Direttore, Le scrivo per raccontare la mia testimonianza di un giorno folle da me vissuto lo scorso sabato. Risiedo in zona Santa Barbara, e si può facilmente intuire la mia soddisfazione nell’apprendere “dell’ esperimento” di apertura della pista ciclabile tra Punta di Mola e il centro di Marina. Ho pensato che finalmente, anche se non si realizzerà mai la pista in pianta stabile progettata, almeno finalmente potremo muoverci in bici fino a Marina senza rischiare la pelle nella velenosissima strada che collega Casuzze a Marina. Ho pensato, appunto, ma proprio per un attimo.

L’attimo dopo, inforcate le bici con bimbi al seguito,  ci incamminiamo per la “pista ciclabile”.

Dopo 10 metri ci siamo ritrovati con la prima autovettura che procedeva in senso vietato nella “pista ciclabile”. Messi in salvo i bambini, ci siamo subito disposti in fila indiana rendendoci conto, subito e come confermato dalle 10 autovetture successive, che la “pista ciclabile” non fosse altro che un pericolosissimo percorso ad ostacoli di cui un numero notevole di automobilisti non si è reso conto, mentre un numero molto più alto degli stessi se ne fregava abbondantemente schivando le transenne e procedendo in senso vietato nella carreggiata di pertinenza delle bici.

Ripresi da me, molti di questi trogloditi naturalmente mi stramandavano a quel paese reclamando il loro diritto di andare contro mano per posteggiare, nel vezzo tipicamente ragusano, dentro la piazza in auto.

Ai primi incroci con le traverse provenienti dai Gesuiti mi sono resa conto che era assolutamente impossibile comprendere dove e come svoltare.

Non un’indicazione, non un segnale che indicasse che la carreggiata era destinata alle biciclette, non un disegno nella carreggiata con l’effige delle bici, come da protocollo.

Cosa ancora più grave, non uno straccio di vigile urbano. Solo una pattuglia di 3 (dicasi 3) vigili (cos’è, soffrono di solitudine?) che ogni tanto andava e tornava dalla piazza e controllava non so bene cosa. Non uno straccio di vigile che multasse o fermasse i barbari motorizzati (ho visto poi l’ineffabile pattuglia poi fermare gente poi in Via Ottaviano!!!!).

Il ritorno, già ampiamente terrorizzata, è stato un lungo calvario di litigi con automobilisti che venivano contromano nella carreggiata delle bici.

Ma, mi chiedo, come è possibile improvvisare così? L’operazione “pista” nasce a metà di Luglio? Si può realmente mettere a repentaglio la pelle della gente?

Immagino che un’operazione del genere, per prima cosa, dovrebbe prevedere la SEPARAZIONE fisica delle carreggiate con barriere anche mobili e con varchi di accesso di dimensioni piccole in modo da non lasciare lo spazio di accesso ai tanti, troppi, “bravi automobilisti ragusani” che se ne fregano di qualsiasi regola, ma solo ai ciclisti.

POI, dopo che fisicamente l’accesso è inibito, mettiamo dei segnali chiari, magari riportanti “PISTA CICLABILE” che permettano anche a coloro, magari dotati di senso civico ma meno attrezzati, tipo gli anziani, di capire cosa stia succedendo.

Non credo che partire disegnando una bella striscia continua possa evitare alle macchine di procedere nella corsia sbagliata, rischiando di fare strike di ciclisti che, come me, si sono visti arrivare autovetture di fronte mentre pedalavano nella “pista ciclabile” con i bambini.

Non credo che una bella linea continua dipinta di fresco, a meno che non sia di kryptonite, possa inibire i sorpassi di qualche inevitabile idiota che pur procedendo nel verso giusto decide di sorpassare invadendo la corsia destinata alle biciclette.

Lo so, la mancanza di educazione civica è solo colpa nostra, ma la presenza di barriere anche mobili separanti la carreggiata intanto avrebbe inibito la barbarie, e magari protetto i nostri bimbi, e poi magari in inverno costruiamo i muri…

Poi, se potessimo godere di una attività utile da parte dei vigili urbani, i quali, anziché svernare i 3 appollaiati nelle transenne in piazza o impegnati sempre in 3 (malinconia?) a fermare in inutili posti di blocco cittadini in costume, magari avessero ritirato la patente a qualcuno dei barbari che schivavano le transenne e procedevano contro mano nella pista ciclabile, sarebbe estremamente apprezzato.

Al limite, se non era possibile, rinviamo le aperture a dopo l’estate, non è che per farci belli dobbiamo far rischiare la vita ai cittadini, compresi i bambini.

lettera firmata

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