IL VINO ESTIVO DI PAPA PAOLO III

 

Nella zona dell’antica Liburia, tra Caserta e Napoli, si produce un vino molto particolare. Si tratta dell’Asprinio d’Aversa, un vino di certo non proprio complesso, ma dal carattere poco impegnativo e rinfrescante, che bene si adatta ai mesi caldi del calendario.

Il vino si produce soprattutto dalla vite a bacca bianca asprinio, dal cui nome si può facilmente dedurre la tipologia di vino che si ottiene. In verità la particolare acidità presente in questo vino non si deve al vitigno, ma partecipa in modo rilevante il metodo di coltura. Il sistema di allevamento utilizzato è ancora l’alberata aversana di origine etrusca. Questo sistema, che fa crescere la vite verso l’alto appoggiandosi, in passato, sugli alberi, rende difficile la completa maturazione dell’uva. Così facendo l’uva presenta un’elevata acidità.

Questo sistema di coltivazione è lo stesso utilizzato per un altro vino più noto del vino nostrano. Nella regione del Minho viene infatti prodotto uno dei vini più particolari del Portogallo: si tratta del Vinho Verde. Proprio come l’Asprinio d’Aversa, il Vinho Verde viene coltivato allo stesso modo. A differenza dell’asprinio, nel Minho però, per quanto sia poco risaputo, non si producono soltanto vini bianchi. Un terzo della produzione di Vinho Verde è infatti rosso. Sorprende però leggere sugli appunti di Sante Lancerio, bottigliere di papa Paolo III, una nota sui vini d’Aversa e scoprire che con asprinio ci si riferiva a un vino e non a un vitigno. Sante Lancerio scrive infatti che “di Asprinii ve n’eran di bianchi e di rossi”, proprio come il Vinho Verde, e che era un vino particolarmente amato dal papa durante l’estate.

Con il tempo la coltivazione ad alberata ha coinvolto soltanto l’attuale vitigno a bacca bianca chiamato asprinio, che così ha preso il nome del vino.

Si sono fatte molte ipotesi sull’origine di questo vitigno, ma sembra ormai accertato che l’asprinio sia un biotipo del vitigno greco.

Che il sistema di coltivazione sia fondamentale, per ottenere questa elevata acidità, è provato dal fatto che, coltivato con altri metodi di coltura, l’asprinio risulta un vino neutro non particolarmente acido. Sebbene “migliorato” con sistemi più moderni di coltivazione, l’Asprinio d’Aversa perde in questo modo la sua particolare tipicità.

Vista la notevole acidità di queste uve e la loro propensione a frizzare, è stato naturale pensare da sempre a quest’uva come una buona base spumante.

L’Asprinio d’Aversa si abbina perfettamente con le insalate di mare e piatti a base di pesce, ma anche con pizze, calzoni e mozzarella in carrozza. Il suo basso contenuto alcolico lo rendono anche adatto come aperitivo.

 

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