STRAGE DI CAPACI

In occasione del 23* anniversario della strage di Capaci, che segna l’inizio dei percorsi di legalità in tutta Italia, il Vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico (Regioni ed enti locali per la formazione civile contro le mafie), avv. Pietro Gurrieri, ha voluto affidare ad una riflessione sulla sua Città, Vittoria, poco prima di alcune importanti iniziative dell’Associazione, l’attualità di un impegno per la legalità e contro le mafie. 

Pubblichiamo di seguito la nota di Gurrieri:
“Il 23 parla alla coscienza dei Vittoriesi. Il ricordo non basta, la mafia è qui accanto a noi.
Siamo arrivati per la ventitreesima volta al giorno in cui, oltre alla pietà umana per quei cinque poveri corpi distesi sull’asfalto, in molti tememmo che sotto il cielo di Capaci si fosse consumata la resa dello Stato alla mafia. Dopo tanti anni, Francesca, Antonio, Giovanni, Rocco e Vito parlano più che mai alle nostre coscienze, ma il modo migliore di onorare il ricordo dei morti è farne “camminare le idee sulle nostre gambe”. Da questa mattina, anche a Vittoria ci saranno eventi importanti, dagli studenti che si raduneranno in piazza Italia attorno all’albero Falcone, all’appuntamento dell’Antiracket al dibattito della “Cancellieri” che si terrà al Teatro. Ma sia chiaro, non siamo qui solo per ricordare, siamo qui soprattutto per difendere lo Stato, le nostre Città, tutti noi. Siamo qui per affermare che la mafia, a Vittoria, non è un fatto del passato ma che appartiene anche al presente, che, oltre a continuare ad uccidere, ha inquinato e inquina la nostra economia, ha intimidito e intimidisce chi lavora, si è nutrita e si nutre di complicità, silenzi e omissioni, si è avvalsa e si avvale di alcuni professionisti probabilmente più attenti al denaro che all’etica. Sia chiaro che, anche nella nostra Città, accanto a coloro che amano la legalità, vivono, operano e fanno affari tanti altri che vivono all’interno o anche solo all’ombra del sistema criminale e mafioso, i cui nomi e cognomi i cittadini Vittoriesi conoscono, senza che sia necessario apprenderli dalle sentenze dei tribunali o dagli atti parlamentari. Si tratta di quelli che fondano il loro potere imprenditoriale sul condizionamento e sul ricatto, e di quelli che continuano ad imporre una tangente, un pizzo, un servizio, una fornitura, un dipendente a chi ha il diritto di lavorare serenamente. Si tratta di quelli che gestiscono le aste giudiziarie, che tengono i fili dell’usura, che fanno società fantasma per fottere lo Stato, che fanno un uso privato e distorto di risorse pubbliche e finanziamenti. Si tratta di quelli che, anche sui social network, si permettono di intimidire candidati e di minacciare giornalisti. Molti di essi frequentano i salotti buoni, sono rispettati ed ossequiati, hanno una buona disponibilità di denaro e non disdegnano un caffè al bar con qualche politico, non si sa mai. Si tratta di cose che noi non possiamo consentire ed è per questo che, prima ancora che ricordare i morti, bisogna che noi pensiamo a quelli che sono vivi e in particolare ai più piccoli, che hanno il diritto, nel futuro, di poter abitare in una città libera e giusta. Per questo, il primo appello di questo 23 Maggio è un appello alla coerenza, all’impegno e alla determinazione, da parte di ciascuno di noi e da quanti, nelle istituzioni, ci rappresentano. Un appello alla parola. Un appello alla libertà”.

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