INTERVISTA A FAUSTO DE STEFANI

Conoscere e ascoltare Fausto De Stefani è come entrare in un mondo magico. Ecco una breve intervista, fatta al volo durante una pausa della visione e premiazione dei cortometraggi del Film Festival MontagnAmbientEnergia, che si conclude oggi.

 

Signor De Stefani, per cortesia, si presenti brevemente…

Sono una persona  estremamente curiosa fin dall’infanzia. Poi, ho cercato di concretizzare i sogni e sono convinto che se ci si crede  si può riuscire. Uno dei primi è quello di entrare nell’ambiente  più nascosto della natura.

Lei è un alpinista che ha scalato tutti i quattordici ‘ottomila’…

E’ stato un passaggio ricco di situazioni importanti… ho pianto di gioia, di rabbia, di disperazione. Voglio sottolineare che la montagna non è mai responsabile delle azioni dell’uomo come spesso  viene accusata. Lei è lì. Non si conquista e non si possiede.

Che cosa ha ‘imparato’ dalla sua esperienza alpinistica?

Vorrei dire che, dopo 35 anni di montagna ad alto livello, arrivo alla conclusione  che è affascinante, ma anche inutile.

In che senso?

Nel senso che è anche una forma egoistica. Intendo dire  che, dare un senso autentico alla propria esistenza sarebbe quello di lasciare qualcosa quando  non ci siamo più.

I parli dei suoi incontri fondamentali che cambiano la vita…

Mandelo! Una specie di clochard che andava da una cascina all’altra e in cambio di una scodella di minestra ci raccontava storie meravigliose e con la sua voce, che non era una voce qualsiasi, è riuscito a farci andare nei luoghi più lontani del pianeta per cui ci ha fatto entrare negli ambienti più spettacolari. Noi lo consideravamo  un grande viaggiatore.  Poi, crescendo, abbiamo capito che non era adato più in là di qualche chilometro. Penso che se fosse vivo  potrebbe calpestare i palcoscenici più importanti d’Italia, Europa e del mondo. In realtà l’unico suo desiderio era di far sognare noi bambini.

Lei ha anche scritto il libro Un viaggio lungo una fiaba.

Sì, si apre con la scena di un vecchio signore che avanza lentamente con una bicicletta di altre epoche…

Da che cosa è nata la sua idea di viaggiare?

Ci sono vari modi per far partire il desiderio del viaggio: la lettura   di un racconto per esempio, come Il richiamo della foresta di Jack London o un racconto come quello di Mandelo…

Lei, dove è andato?

Ho girato più o meno tutto il mondo, ho visto luoghi meravigliosi, ma il desiderio più grande che ho adesso è quello di fare il contadino e guardarmi attorno e vedere le cose che ho seminato o piantato che crescono. Anche questa è armonia.

Lei ha anche creato una scuola a Castiglione dello Stiviere…

Sì.  Qui si coltivano i sogni, è un luogo dove si può imparare solo ascoltando la natura, la musica. Aiutiamo i bambini a coltivare i sogni, la prima spinta per desiderare di salire in alto.

Vero. Allora ci parli della casetta sulla collina di Jack London…

Esiste grazie al  mio carissimo amico Giovanni Saviola. Ha reso possibile il progetto “La Collina di Lorenzo”, donandomi la proprietà di famiglia per realizzare il museo all’aperto che stò facendo crescere e vivere sulle Colline Moreniche.  Nel bosco c’è un anfiteatro teatro naturale, una torbiera e una biblioteca aperta giorno e notte: la gestisce un bambino di 14 anni, chiunque può entrare in questa casetta dedicata a Jack London e cercare la sua storia.

Mi parli dell’Himalaya e del Nepal…

Sono le montagne più affascinanti e in Nepal ho ritenuto di ricambiare ciò che l’Himalaya mi ha dato fondando sei scuole.

Ce le illustri…

L’intero complesso scolastico, composto da sei edifici tutti dotati di  pannelli solari, di un sistema di raccolta dell’acqua piovana, progettati secondo le regole antisismiche. Io dico sempre che le scuole devono essere belle, sane, accoglienti. Ampi spazi  verdi circondano gli edifici scolastici, ospitando piante autoctone, e un’ampia selezione di orchidee nepalesi. Il complesso di Kirtipur, è caratterizzato da edifici di recente costruzione dove l’attenzione all’ambiente, i materiali impiegati e il benessere abitativo si intersecano con la filosofia pedagogica della scuola. Rarahil Memorial School: una scuola a due passi dal cielo…

Bellissima immagine. Ci può dire una frase per i lettori di RagusaOggi?

Continuate a sognare!

 

 

 

 

 

 

 

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