MARIA CRISTINA DI SAVOIA

 

Maria Cristina di Savoia , nacque il 14 novembre 1812 a Cagliari, dove Casa Savoia si trovava in esilio, essendo il Piemonte occupato dall’esercito napoleonico.

Adolescente, dopo l’abdicazione del padre Vittorio Emanuele I, a favore di Carlo Felice, si stabilì con la madre  a Palazzo Tursi nella città di Genova.

Con lei, nel 1825, decise di recarsi a Roma per l’apertura dell’Anno Santo: la paterna benevolenza di Papa Leone XII, la solennità delle sacre funzioni, la visita alle numerose chiese, ai tanti monasteri e alle catacombe fecero accrescere d’intensità la sua  fede.

Appena ventenne, subito dopo la morte della madre, lasciò Genova  e ritornò a Torino per disposizione del re Carlo Alberto,nipote di Vittorio Emanuele I, dove, però, le incomprensioni con i congiunti e con la  corte la fecero molto soffrire.

 In questo periodo sorse in lei il desiderio di diventare suora di clausura, ma il suo direttore spirituale la dissuase, essendo al corrente dei piani di Carlo Alberto che l’aveva destinata come sposa al re di Napoli, Ferdinando II di Borbone, al che lei accettò la richiesta di matrimonio come volontà di Dio. 

Ferdinando aveva più volte chiesto la sua mano, come altri regnanti d’Europa, ma tali richieste avevano sempre incontrato l’opposizione della regina madre.

Il 21 novembre 1832 nel Santuario di Nostra Signora dell’Acquasanta, presso Veltri, venne celebrato il matrimonio.

Il 26 novembre, gli sposi s’imbarcarono per Napoli, dove giunsero dopo quattro giorni.

Sotto una pioggia torrenziale furono accolti da una folla festante ed in preda ad un entusiasmo che ha sempre contraddistinto l’espansività dei Napoletani. 

Iniziò il suo regno accanto al ventiduenne Ferdinando, che già regnava da tre anni.

A corte leggeva ogni giorno la Bibbia e l’Imitazione di Cristo e la sua religiosità fu ben presto conosciuta nel palazzo e dal popolo; quando in carrozza, incontrava un sacerdote con il Viatico per qualche ammalato, fermava la carrozza, scendeva e si inginocchiava a terra anche nel fango delle strade di allora.

 Le eccezionali esperienze mistiche e di estasi arricchirono il suo profondo cammino spirituale.
La carità verso i bisognosi, l’occupò  in pieno. Decise, d’accordo con il re, che una parte del denaro destinato ai festeggiamenti per il loro matrimonio venisse usato per dare una dote a 240 giovani spose e al riscatto di un buon numero di pegni depositati al Monte di Pietà.

 Inviava denaro e biancheria, dava ricovero agli ammalati, un tetto ai diseredati, assegni di mantenimento a giovani in pericolo morale, sosteneva economicamente gli istituti religiosi e i laboratori professionali, togliendo dalla strada gli accattoni. 
L’opera più grande legata al suo nome fu la «Colonia di San Leucio», con una legislazione ed uno statuto propri, dove le famiglie avevano casa, lavoro, una chiesa ed una scuola obbligatoria. L’attività produttiva era basata sulla lavorazione della seta che veniva esportata in tutta Europa e la confezione degli arazzi che controllava personalmente.
Nonostante fosse stato dettato dalla ragion di stato il matrimonio di Ferdinando e Maria Cristina fu un matrimonio felice.  Lei che sembrava più adatta  alla consacrazione religiosa che alla vita coniugale fu una moglie affettuosa ed amata. Alcuni aneddoti  che presentavano un Ferdinando rozzo e maleducato accanto ad una Cristina, rigida principessa venuta dal Nord e infelice, sono stati smentiti dagli storici più documentati.

 Non si occupò del governo dello Stato, ma fu assai benefica la sua influenza sul marito. «Cristina mi ha educato», soleva dire Ferdinando II ed ella divenne la sua preziosa consigliera, trasformandosi nel suo «Angelo», come egli stesso la chiamava. Benedetto Croce riferisce che Maria Cristina ottenne per molti condannati a morte la grazia e fra questi persino Cesare Rosaròll (1809-1849), il quale cospirò per uccidere Ferdinando II.

Fu benefica anche la sua influenza sulla vita di corte .  Essendo ben lontana dalle frivolezze , l’immoralità e l’ignoranza che erano i principali vizi della nobiltà di allora,  Maria Cristina si adoperava per  promuovere in questa classe sociale la cultura e la pratica religiosa, soprattutto la messa domenicale.

Il 16 gennaio 1836 nacque Francesco II, l’ultimo Re di Napoli, detronizzato, ironia della Storia, dal cugino Vittorio Emanuele II, figlio di Carlo Alberto.

Noto con il nome di Franceschiello, fu definito da Tomasi di Lampedusa “un seminarista vestito da generale”

Se nel 1860 Cristina fosse stata ancora viva, la Storia d’Italia, avrebbe avuto uno svolgimento completamente diverso. Magari non avremmo avuto l’unità d’Italia, raggiunta con la conquista piemontese del Sud, ma certamente un futuro migliore per le regioni meridionali.

Il  parto condusse alla morte la giovane Maria Cristina, morte che lei stessa aveva predetto e che accolse con rassegnazione, nella gioia di dare al mondo una nuova creatura di Dio.

Era il 31 gennaio e le campane suonarono il mezzogiorno. Maria Cristina, con in braccio il tanto atteso Francesco, giunto dopo tre anni di matrimonio, lo porse al sovrano, affermando: «Tu ne risponderai a Dio e al popolo… e quando sarà grande gli dirai che io muoio per lui». Il dolore del re fu incommensurabile e si arrivò persino a temere per la sua salute.

Rivestita del manto regale, adagiata nell’urna ricoperta di un cristallo, venne esposta al pubblico. Per tre giorni il popolo sfilò in mesto pellegrinaggio per rivedere per l’ultima volta la «Reginella Santa», come ormai tutti la chiamavano. La salma venne tumulata nella Basilica di Santa Chiara dove si trova tuttora.

Subito si verificarono fatti prodigiosi grazie alla sua intercessione. Pio IX nel 1859, firmò il decreto d’introduzione della causa di beatificazione, dandole il titolo di venerabile.

 Il 6 maggio 1937, Pio XI dichiarò eroiche  le sue virtù. Ma le vicende politiche connesse all’Unità d’Italia , prima, e al tramonto di Casa Savoia, dopo il referendum del 1946, provocarono come una sorta di  censura riguardo alla figura della Venerabile che nessuna colpa aveva degli errori dei Borboni e di quelli, molto più gravi, dei Savoia.  Nel 1958 l’autorità ecclesiastica dispose una ricognizione del corpo di Maria Cristina che, nonostante i danni provocati dal tempo, dall’umidità e dall’incuria, risultò intatto.

La causa di beatificazione, in questi ultimi anni, è stato portato avanti coraggiosamente e costantemente dai Convegni Maria Cristina di Savoia. che nel 2004, quale parte attrice, ne avevano chiesto la riapertura .

L’intervento risolutivo si deve a Papa Francesco.

Sabato 25 gennaio 2014, nella Basilica di Santa Chiara in Napoli, è stato celebrato il rito di Beatificazione di Maria Cristina di Savoia, Regina delle Due Sicilie.

 Il Rappresentante del Santo Padre ha dato lettura della Lettera Apostolica con la quale il Sommo Pontefice aveva accolto questo desiderio e concesso che

d’ora in poi sia chiamata Beata
e che si possa celebrare la sua festa
nei luoghi e secondo le regole stabilite dal diritto
ogni anno il 31 gennaio
giorno della sua nascita al cielo
.

 

 

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