DOMENICA DELLE PALME MESSAGGIO RELIGIOSO E ARTE SACRA

La cerimonia della benedizione delle palme, organizzata e celebrata dal direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute, Don Giorgio Occhipinti, dedicata principalmente agli ammalati dell’ospedale, e in generale a chi soffre, si è svolta nella cappella dell’Ospedale Civile. Don Giorgio ha ideato e realizzato addobbi, semplici ma di grande rilievo, con foglie di acacia e rami di una varietà di eucalipto (simili per aspetto alle foglie di basilico), utilizzati entrambi dalla folla di Gerusalemme che accolse Gesù al suo ingresso in Terra Santa. La celebrazione della funzione religiosa della Passione del Signore, proclamata dal maestro Franco Cilia, insieme a Don Giorgio, è stata coinvolgente e di notevole intensità. Dopo la lettura della passione, il maestro Cilia ha fornito ai fedeli una spiegazione dei suoi quadri, sistemati, insieme al “Cristo, omaggio a Velasquez”, già presente nella cappella, ricordando che fin da bambino Gesù fu odiato da tutti, a cominciare dalla strage degli innocenti. L’arte di Franco Cilia coglie l’aspetto del messaggio religioso trasformandolo in colori, forme, e, a volte, in suoni, riuscendo a comunicare ai fedeli i misteri di Dio e la sua misericordia. I tre dipinti più piccoli rappresentano alcune stazioni della via Crucis, in cui Gesù è crocifisso e muore. Nel primo dipinto, il cielo è cupo, quasi non fa venir fuori dal quadro la figura di Cristo. Ai piedi della croce, uomini dalle maschere orribili, uomini vuoti, come quelli del nostro tempo che non sanno amare, circondano, in un momento di profonda sofferenza, Gesù. Ma al centro della scena, proprio sotto la croce, la chioma di una donna, scompigliata dal vento, pare placare il dolore, (probabilmente questa figura rappresenta la Vergine Maria, quindi l’amore materno, la fede che non lo abbandonerà mai). Anche nel secondo e nel terzo dipinto la figura della donna è presente, per confortare e testimoniare che nemmeno la morte può sconfiggere l’amore. Ma a differenza del primo quadro, via via le figure mostruose scompaiono, fino a lasciare Gesù solo in tutta la sua bellezza; nell’ultimo dipinto il cielo, se pur ancora cupo, riesce a donare a Gesù una luce nuova. E se è vero che la sua morte è un momento di profondo dolore per chi lo ha amato e per chi lo ama, è anche vero che la contemplazione della passione deve guardare al di là: il dipinto “Plana nell’aria”, posizionato in sequenza, subito dopo le tre stazioni, e il Cristo in croce, omaggio a Velasquez, rappresenta la Resurrezione, il viaggio di Gesù, verso il Padre. Il cielo, dai blu intensi, si apre verso l’infinito, con la croce che plana e ascende al cielo, avvolta da una Luce radiosa, annunciando che Cristo è risorto e che la Luce ha trionfato sulle tenebre. Da notare che insieme alla croce, ascendono al cielo altre figure: sagome, probabilmente angeli o anime meritevoli della misericordia di Dio, e poi una donna, la Vergine Maria, colei che è sempre presente nella vita di Cristo, ma anche nella nostra. Una speranza per tutti coloro che soffrono: se si ha fede, se si ama, si può sconfiggere il dolore e la morte, perché non saremo mai soli, l’amore di Dio veglierà sempre su di noi, e sulla nostra anima.

 

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