LETTERA APERTA DEL CONS. COMUNALE TATO CAVALLINO

Tanti i fatti di cronaca legati alla malasanità che in questi giorni hanno riempito le cronache non solo locali ma anche nazionali, fatti gravi e tristi che aggiunti ai piccoli mali della sanità definiscono un quadro scadente e desolante del settore che mette a repentaglio le esigenze di migliaia di utenti. Un triste dato di fatto è che il nostro sistema sanitario non garantisce più il diritto alla salute. Questa sicurezza sta scricchiolando o meglio è già crollata. La situazione è molto preoccupante ed in provincia di Ragusa i problemi legati al pianeta sanità sono diversi e aggravati per certi aspetti dalla politica dei tagli e del “finto risparmio” che incide principalmente sulla qualità delle prestazioni e dei servizi all’utenza. ll taglio dei posti letto negli ospedali è una delle tante azioni, in nome della spending review, certamente non  proporzionata alle esigenze di un vasto comprensorio come il nostro. Alla mancanza di posti letto e ala poca ottimizzazione del personale medico, infermieristico e paramedico, si aggiunge poi uno dei gravi problemi che riguarda l’ospedale Maggiore di Modica ovvero il mancato potenziamento e l’ampliamento del pronto soccorso, di cui si parla da diversi anni e che tanti disagi, come ben sappiamo causano agli utenti, che nella migliore delle ipotesi devono attendere per un accesso in pronto soccorso diverse ore con la beffa finale di  sentirsi dire non è possibile il ricovero in questo ospedale dirottando il povero malcapitato in nosocomi della provincia. La situazione è ormai insostenibile, il pronto soccorso del Maggiore fa riferimento ad un vastissimo bacino d’utenza e la situazione di enorme disagio è sotto gli occhi di tutti, dei cittadini che hanno necessità e non dei vertici che non vivono gli orrori dell’emergenza-urgenza, ovvero la degenza sulle barelle perché non ci sono posti, le ore di attesa per una consulenza, il tutto tra i corridoi o nelle due anguste stanze a disposizione del pronto soccorso dove vengono “parcheggiati” fino a quattro pazienti in attesa di ricovero, consulenza o dimissioni, in barba alla privacy e alle più elementari norme igienico-sanitarie e con un solo bagno per uomini, donne, diversamente e bambini. Queste sono solo alcune delle carenze del pronto soccorso del nosocomio modicano.  Non solo mancanza dei posti letto, non solo gli orrori del pronto soccorso  ma anche le lunghe e inenarrabili liste d’attesa per visite ed esami. La gente è stanca di sentire parlare di abbattimento delle liste di attesa; in un sistema sanitario “moderno” questo  rappresenta un fenomeno fortemente critico e aggiungerei “disumano” perché i servizi non vengono resi entro tempi appropriati rispetto alle patologie e alle necessità di cura. La sanità è diventata un vero e proprio incubo non solo per i pazienti ma anche per i medici e gli operatori costretti a lavorare in situazione di emergenza con un numero sottodimensionato di personale. Un altro problema denunciato in questi giorni è la mancanza di lenzuola nei reparti di tutti gli ospedali. Caso emblematico la dialisi del Maggiore di Modica dove necessita un ricambio della biancheria maggiore viste le turnazioni delle seduta dialitiche. Una situazione assurda da raccontare ma ancora più assurda da vivere; questa come tante altre causata dall’esternalizzazione dei servizi  che nella logica avrebbe dovuto garantire una migliore qualità del servizio a favore del fruitore ultimo, ossia il cittadino ma nei fatti non è così perché le ditte private a quanto pare non riescono a  garantire la fattibilità del servizio. Il servizio lavanderia scarso, mancano lenzuola, federe, coperte, camici puliti; stessa cosa per il servizio delle pulizie approssimativo perché svolto solo in un’ora in tutti i reparti. Casi limite che delineano il disastro su cui nessuno può chiudere gli occhi, lavarsene le mani o annacquare responsabilità o fare spallucce. In presenza di queste carenze e della grave situazione strutturale degli ospedali c’è la necessità, non più differibile, di rivedere il modello di organizzazione dell’assistenza e dei servizi che vengono  ridotti giornalmente; la realtà è che si tagliano i servizi piuttosto che gli sprechi. Tutti, ognuno per le proprie competenze, devono prendersi le loro responsabilità e correre immediatamente ai ripari per evitare l’implosione del sistema sanitario ibleo e di tutta l’isola. E’ triste assistere al silenzio della nostra deputazione regionale iblea che sulla sanità in provincia cosiccome per altre importanti questioni è diventata sordo/muta e non riesce a far sentire la propria voce quando vengono fatte scelte dissennate che mettono in crisi l’erogazione dell’assistenza sanitaria. Nessun atto di difesa o di contrasto in aula al Parlamento regionale proviene da coloro   che ne hanno il titolo affidatogli dai cittadini/elettori, su decisioni, azioni legislative che siano penalizzanti per la collettività. La sanità è per tutti, come  lo è il  diritto alla salute, che dev’essere salvaguardato da chi ha il dovere di farlo:  i governi, i loro rappresentanti istituzionali e i vertici delle aziende sanitarie. La gente è stanca, scoraggiata ed ha bisogno di essere ascoltata, per questo motivo ritengo non più differibile alzare la voce con una decisa e forte azione di protesta che smuova le acque e faccia prendere coscienza tutti coloro che hanno responsabilità affinchè vengano salvaguardati i diritti dei cittadini, attraverso il coinvolgimento di associazioni, gruppi organizzati, semplici cittadini, organizzazioni sindacali e di categoria, forze politiche, sociali e comunità ecclesiastiche per dire “BASTA” ad una sanità che sta crollando  dove non ci sono più le condizioni di poterne fruire tutti in eguale misura perché non c’è tutela e sicurezza per gli utenti,  i pazienti, per chi è più  debole e per chi è più o meno gravemente malato.

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