RIORDINO SISTEMA PANIFICAZIONE, IL DDL IN SICILIA NON HA VITA FACILE

  Il disegno di legge della Regione Sicilia per il riordino del sistema della panificazione non ha vita facile e, purtroppo, subisce ancora un rallentamento. “Molti colleghi panificatori – dice il presidente regionale Salvatore Normanno – rimproverano all’organo di governo di Assipan Sicilia – Confcommercio Imprese per l’Italia di essere poco energico verso la politica siciliana. Forse hanno ragione, forse hanno torto. Fino a oggi, non lo sappiamo. Una cosa è certa. E cioè che Assipan Sicilia, nel colloquio con la politica, ha perseguito la linea del dialogo e del manifestare le esigenze e le difficoltà di un comparto, facendo comprendere in maniera inequivocabile che il riordino è un beneficio per i consumatori, prima, e per il comparto, dopo. Soprattutto perché il pane e i prodotti da forno, preparati dalle aziende di panificazione, hanno proprietà nutrizionali e qualitative ottime”. Normanno aggiunge che “i prodotti degli artigiani panificatori non subiscono dequalifiche come il pane prodotto in Paesi extracomunitari, precotto e congelato per lo stoccaggio ed il trasporto e poi posto in vendita nel nostro Paese dopo aver completato la cottura in un semplice fornetto. Di tempo ne è passato – prosegue ancora il presidente – da quel lontano 2010, quando Assipan Sicilia, assieme ad altre cinque organizzazioni datoriali, presentarono il progetto di legge di riordino, che ricevette il plauso dell’assessore alle Attività produttive del tempo. Alla fine, dopo innumerevoli incontri politici e tecnici, il progetto di legge il 13 dicembre 2012 divenne disegno di legge n.1 “Nuove norme in materia di panificazione”. Nell’anno 2014, per le continue sollecitazioni di Assipan Sicilia, per più di un semestre il Ddl fu posto all’ordine del giorno, ai primissimi punti, del calendario dei lavori d’aula dell’Ars. Poi, con grande rammarico, il ddl n.1/2012 della panificazione è stato ritirato ed inglobato nel ddl 283/2013. Il ritiro è stato compreso, dai panificatori dell’isola, come un atto di abbandono della politica di un settore produttivo e importante dell’economia isolana che conta ottomila aziende e 18mila addetti, tra titolari e maestranze”. “Ci sono poteri, più o meno oscuri – dice ancora Normanno – che non vogliono assolutamente una possibile regolamentazione. E prima di ogni altra cosa non si vuole la turnazione delle chiusure domenicali e festive. Il Governo Monti, con un proprio decreto, ha letteralmente eliminato la domenica quale giorno di riposo, tutto questo nel nome di una Europa che impone liberalizzazioni ed una concorrenza darwiniana, cioè senza alcuna regola dove il più forte e il più grosso divora il più piccolo che non ha capacità di resistere a lungo per restare nel mercato. Però, nella stragrande maggioranza dei Paesi dell’Unione, come Germania, Francia, Spagna, Belgio, Paesi Bassi, Danimarca, Regno Unito e Austria, la giornata della domenica è della Persona, delle Famiglie, quindi tutte le panetterie e le attività imprenditoriali non lavorano. Allora, perché questa disparità, nell’interesse di chi e di cosa, si sono e si stanno sacrificando migliaia di imprese della panificazione e non solo? Chi ha da guadagnare in questa mattanza? Il nostro Paese assume una posizione poco comprensibile. Se le Pmi sono la spina dorsale della nazione, perché si persegue su questa linea che non ha dato alcun risultato tangibile sotto il profilo economico? Infatti, più aziende chiudono, meno tassazione incamerata per l’Erario. I social sono pieni di gruppi che protestano, che alzano la voce, che si disperano per reintrodurre una regolamentazione del mercato. Perché la politica non ascolta? Le liberalizzazioni non hanno dato alcun giovamento e non hanno migliorato i bilanci aziendali di alcuna azienda, neanche delle holding. Allora perché proseguire su questa strada che ha distrutto e continua a distruggere le piccole e medie imprese? Il Governo regionale faccia sentire la sua autorevole voce, per non distruggere quel che resta delle piccole imprese della panificazione che sono, assieme a tutte le altre aziende, il soggetto che maggiormente contribuisce al gettito fiscale”. Normanno sollecita, inoltre, la “politica siciliana a dare un forte segnale, approvando le norme che i panificatori reclamano a gran voce per il bene di tutti. La Sicilia è sempre stata un laboratorio politico di nuove idee e nuovi percorsi. Anche per i panificatori chiediamo al presidente della Regione e all’assessore alle Attività produttive, a tutti i deputati regionali, di intraprendere nuovi percorsi per tutelare un comparto che è allo stremo delle forze e di non abbandonare le aziende della panificazione ad un tragico destino”. 

                 

 

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