UN SISTEMA CHE AVVANTAGGIA SOLO GLI SCIACALLI

“E’ ormai il momento di rivedere la normativa che riguarda il sistema delle aste giudiziarie il cui impianto, complice la crisi degli ultimi anni, ha dimostrato di riuscire a garantire vantaggi solamente agli speculatori”.
E’ l’opinione del senatore Giovanni Mauro, commissario e portavoce di Forza Italia in provincia di Ragusa, che da mesi si occupa della questione anche attraverso l’azione parlamentare e che, nella giornata di martedì, ha incontrato a Palazzo Madama dei rappresentanti dell’Associazione Bancaria Italiana per discutere dell’argomento.
“Dall’incontro – spiega Mauro – è emerso non solo, come sapevamo, che il metodo con il quale vengono calcolati i ribassi favorisce lo sciacallaggio, ma che a farne le spese sono sia il debitore che il creditore: il più delle volte l’asta non riesce a raggiungere l’obiettivo, chi ha contratto debiti nei confronti delle banche è costretto a continuare a trovare liquidità per saldarli e le banche non incassano quanto è dovuto loro”.
“Sono 1090 le procedure esecutive in corso al momento nella provincia di Ragusa – continua il senatore azzurro – ed è un numero che definisce in modo preoccupante l’attuale situazione. Se in questa provincia i dati sono così elevati, è facile immaginare cosa stia accadendo altrove. Tuttavia, il Governo rimane sordo alle richieste di intervento. Gravissimo, inoltre che gli approfittatori di questa situazione siano spesso persone che frequentano le aule di tribunali, piazzati lì ad attendere il momento opportuno per operare come avvoltoi”.
“Una prima possibile soluzione al problema – aggiunge Mauro – così come suggeriscono anche dall’Abi, potrebbe essere quella di migliorare il metodo con il quale si pubblicizzano le aste, per consentire che un numero sempre maggiore di persone possa essere messo nelle condizioni di conoscere quante e quali aste si svolgono. Si potrebbe studiare, ad esempio, la realizzazione di un unico portale informatico, un sito che collega quelli già esistenti dei tribunali, in modo che si possano individuare non solo i procedimenti in corso a seconda del Tribunale di competenza, ma anche i beni messi all’asta rispetto a vari criteri, primo tra tutti, nel caso degli immobili, l’ubicazione”.
“Uno strumento del genere – conclude – nell’attesa che il Governo decida di intervenire per modificare organicamente il sistema, consentirebbe la partecipazione alle aste di un maggior numero di persone rendendo più difficoltoso l’operato degli affaristi senza scrupoli che, in vicende già assai drammatiche, puntano solo al proprio guadagno, comportandosi, appunto, come sciacalli”.

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