I VITTORIESI SONO STANCHI DEI DEBITI EMAIA

Dopo le note vicende legate all’Amiu e alle sue passività, di recente, sono tornati alla ribalta della cronaca anche i fatti legati ai debiti di bilancio accumulati negli anni dall’EMAIA, l’altra Azienda partecipata con circa 2,5 milioni di euro di passività. 

I cittadini sono stanchi di subire apaticamente le gestioni scellerate e fallimentari di una classe dirigente miope ed irresponsabile che sta affossando la città e la sua economia. Più debiti indica più tasse per i cittadini e per le imprese.

Da ogni parte politica, si è alzata, a gran voce, l’esigenza di capire, di individuare, con nome e cognome (finalmente), i responsabili di questo disastro amministrativo che, così come l’AMIU, continuerà a gravare sul bilancio comunale e, quindi, sui tributi alle famiglie e alle imprese. Si è ipotizzato di istituire una commissione d’inchiesta quale strumento istituzionale, previsto dallo statuto comunale, per fare luce sulle responsabilità gestionali dell’Emaia.  Persino il nuovo circolo del PD ha dichiarato la disponibilità a votare in Consiglio la mozione. Quindi, se “tanto più tanto”…….. l’atto avrebbe dovuto essere approvato!

Finalmente, giovedì 26, l’atto approda in consiglio. Un provvedimento che per essere approvato necessita della maggioranza qualificata, cioè di 16 voti. La mozione, stranamente, ottiene solo 15 voti favorevoli, pertanto, viene bocciata l’istituzione della commissione. Svanisce la speranza dei cittadini di fare maggiore chiarezza sulla vicenda Emaia. Rabbia e delusione per chi, come noi, intende la politica quale passione, impegno e pretende il massimo dai suoi rappresentanti! Chi sbaglia o utilizza la cosa pubblica per fini personali, deve pagare! La commissione aveva semplicemente il compito di accertare eventuali responsabilità amministrative/gestionali. Pare che a qualcuno questo non piace! Non è possibile che siano sempre i cittadini a pagare le defaillance dei suoi amministratori. Basta! È un retaggio del passato che bisogna estirpare immediatamente. Tutti avrebbero dovuto votare quell’atto a prescindere se opposizione o “maggioranza”! Non si può pensare di continuare a gestire la cosa pubblica senza un vero obiettivo innovativo e utilizzando, ancora oggi, pratiche clientelari fuori da ogni logica economica. Siamo fortemente delusi da questo voto. Non ce ne vogliano i consiglieri che non hanno votato favorevolmente l’atto, ma hanno perso una buona occasione per dimostrare di essere liberi da ogni condizionamento e fortemente legati alla propria comunità. Non è questa la politica a cui vogliamo ispirarci!  

Si chiude una pagina “tetra” della politica locale. Una sconfitta per la buona politica che, invece, vuole ritornare ad essere punto di riferimento certo dei cittadini esaltando incessantemente il principio della partecipazione, della legalità e della trasparenza. Sicuramente un pessimo esempio per i nostri

 

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