LA MAFIA NON ESISTE ?

Tutto tace a Palazzo Iacono. La loquacità ciarliera e consueta di Nicosia non ha nulla da dire sulle affermazioni e i fatti riportati nella interrogazione che, al di là di alcuni dettagli da precisare, disegnano lo scenario di una storia vissuta da questo territorio e definiscono le maglie di una rete che di fatto imbriglia l’economia vittoriese.


Nemmeno una parola dal Sindaco, doverosa per rispetto alla sua funzione. Probabilmente perchè non trova le parole per accreditare o smentire il quadro preoccupante che l’interrogazione del Sen. Lumia porta alla considerazione delle Istituzioni dello Stato e della pubblica opinione.

E tanti continuano a negare l’esistenza della mafia, di problemi di questo tipo, al Mercato, nella Città e nel Territorio. E il Palazzo tace.

Le dimissioni dell’Avv. Gurrieri in questo senso non possono non destare ulteriori preoccupazioni in chi crede che in realtà una intera economia e un intero territorio sono consegnati alle forze della prepotenza e del male.

Ci sono, è vero, presenti ovunque, Onesti che chiedono di essere non assemblati nella condanna. Questo vale per il Mercato e per gli altri settori della economia.


Credo in tal senso che sia giusto non generalizzare. Persino tra i nomi citati nella interrogazione vi sono persone che non hanno la stessa responsabilità o la stessa identità criminale.

 

Ma chiudere gli occhi di fronte alla realtà, come hanno fatto molti del Palazzo in questi anni, è una fregatura per la verità, la legalità e la democrazia. Chiamare in causa il corto circuito elettrico per spiegare l’incendio di 10 box di cemento armato al Mercato è veramente depistaggio, menzogna oppiacea, volontà di parlare d’altro.


Assumere pregiudicati di rilievo, armieri dei clan, ex 416 bis all’Amiu, non è cosa ragionevole per chi sente alle spalle il peso di clan feroci e sanguinari.

 

L’interrogazione fotografa una realtà preoccupante che si è strutturata nel corso degli anni ma si ferma a un certo punto.

L’attualità e il presente ci portano invece a ridosso di un mutamento inguardabile, al cedimento istituzionale, alla sbracatura verso soggetti intrattabili e gruppi fortemente ambigui.

Vittoria muore perchè prigioniera ormai di questa rete. La crisi è la loro forza, dalla crisi traggono vigore e capacità di dominio. E a Palazzo Iacono c’è solo lo squallido rimbombo delle denunce e delle querele a chi queste cose le denuncia da anni.

La legalità è stata svenduta come il biblico Giuseppe lo fu dai suoi fratelli. In quel caso per un piatto di lenticchie. Nel nostro caso, per una abbuffata volgare di gente arrivista e meschina, che ha compromesso il valore e il decoro delle Istituzioni della Città di Vittoria di fronte a chi ha ridotto alla schiavitu’ i lavoratori e le imprese cittadine.

 

Francesco Aiello

Consigliere comunale di Movimento Democratico Territoriale

 

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