FESTIVAL DELLE RELAZIONI “LE ONDE E IL MARE”

 È stato presentato in conferenza stampa l’ampio programma del “Festival delle Relazioni”, il nuovo progetto culturale della Fondazione San Giovanni Battista di Ragusa. Il progetto prevede momenti formativi, conferenze e concerti incentrati sul tema del dialogo interreligioso. “Le onde e il mare” è il tema prescelto per il primo anno di attività del Festival.

Ampio il tavolo dei relatori, a testimonianza di una collaborazione diffusa tra gli enti pubblici e del privato sociale del territorio ibleo.

“Avviamo un modello – afferma Tonino Solarino, presidente della Fondazione – di welfare multi istituzionale in cui viene condiviso uno sforzo in vista di una società capace di aprirsi al dialogo, nel rispetto reciproco. Il Festival delle Relazioni affronterà diversi generi narrativi e vuole diventare una tradizione”. L’incontro di questa mattina segna l’avvio degli eventi in calendario.

A febbraio verrà lanciato un doppio concorso rivolto alle scuole, che porterà a giugno ad un momento pubblico di premiazione. Sono previsti 2 differenti concorsi con un premio per il migliore artwork sul tema del Festival (Scuole Secondarie di Secondo Grado) ed un riconoscimento per la migliore “Lettera a un coetaneo straniero” scritta dagli studenti delle Scuole Secondarie di Primo Grado. 

A seguire l’avvio degli incontri formativi in cui uno staff di formatori professionisti darà inizio ai  momenti di educazione all’Intercultura. La formazione si terrà nelle sedi dei progetti SPRAR e di ospitalità agli stranieri, nelle scuole, nelle parrocchie, nei luoghi di aggregazione, presso gli uffici pubblici che hanno già aderito all’iniziativa.

In aprile street artists italiani e stranieri creeranno in diverse parti della città di Ragusa e Comiso un momento di arte sociale e realizzazione di murales.

Dal 17 al 20 giugno, infine, si susseguiranno a Ragusa Ibla, concerti e conferenze sul tema “Le onde e il mare” e il dialogo interreligioso. I dettagli sui relatori presenti e gli artisti coinvolti saranno resi noti nel mese di aprile.

La direzione musicale degli eventi è affidata al giovane cantautore ragusano Giovanni Caccamo.

“L’arte – spiega Stefania Campo, assessore alla Cultura del Comune di Ragusa – è un linguaggio universale e capace di creare relazioni. È bene che ci siano momenti in cui anche chi ospita possa arricchirsi delle tradizioni di chi è ospitato”.

“Condividiamo questo ambizioso progetto – afferma Gianna Miceli in rappresentanza dell’Azienda Sanitaria Provinciale – perché conosciamo l’importanza del lavoro che la Fondazione svolge in questo ambito”.

“Le Istituzioni – aggiunge Filippo Spadaro, sindaco di Comiso – hanno il dovere morale di accogliere l’altro e di integrarlo. È significativo che questo festival avrà una sua conclusione a Canicarao, proprio dove sorge una delle rare pagode buddiste d’Europa. Sarà possibile fare del nostro territorio un luogo denso di significato per il dialogo interreligioso”.

“La nostra adesione – sottolinea Gianni Molè, portavoce del commissario alla Provincia regionale Dario Cartabellotta – è sostanziale e non formale. Il Festival raccoglie l’intuizione che fu del grande Giorgio La Pira in tema di dialogo tra le culture e tra le fedi”.

“Il Festival – avverte Cesare Borrometi, presidente del Consorzio universitario ibleo – è una sorta di sintesi della nostra realtà quotidiana che è senza dubbio multiculturale”.

Alla Caritas diocesana è affidato il compito di coordinare i momenti formativi che faranno da preludio al Festival di giugno. “Condividiamo di questa iniziativa – spiega Domenico Leggio, direttore della Caritas diocesana – soprattutto per la vicinanza che intende creare con i giovani. Allargheremo a varie scuole i momenti formativi che da circa dieci anni effettuiamo in diversi Istituti della provincia. I ragazzi saranno i veri protagonisti delle attività proposte”.

“Le emergenze che viviamo – conclude il Vescovo Paolo Urso – ci obbligano a porre alcune questioni fondamentali come quella legata all’accoglienza verso persone di culture e credi diversi dai nostri. L’incontro con chi è straniero deve essere vissuto come un’occasione. Bisogna perseverare nel dialogo e farlo parlando con lealtà e riuscendo a vedere le ricchezze delle culture e dei vissuti di ogni popolo. Credo che tutti gli attori in campo per questo progetto abbiano le caratteristiche per vincere questa scommessa”.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it