“NON CI STIAMO PIU’”

“E’ iniziata la fase due: il disastro. Stato e Regione, infatti, oltre a non dare uno straccio di risposta ai cittadini, sono passati allo smantellamento totale degli ultimi presidi di frontiera rimasti prima del baratro, ossia i Comuni. I quali, tra tagli e mancati trasferimenti, anticipati in occasione di un recente confronto con AnciSicilia dall’Assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei, saranno costretti, seppur in pieno processo virtuoso, come Ragusa, ad introdurre nuove tasse, come la Tasi, spremendo, ancor di più, i cittadini. E per molti miei colleghi, che hanno dovuto introdurre la Tasi con l’aliquota massima già consentita per il 2014, questo, potrebbe perfino non bastare per scongiurare il dissesto. E’ giunto il momento di reagire: non possiamo più tollerare che a pagare i conti del triste spettacolo della politica in scena a Roma e Palermo, siano, come al solito, i cittadini. E che la parte degli odiosi esattori spetti, ancora una volta, agli Enti Locali. Questo gioco al massacro deve finire”.

E’ questo il commento del Sindaco Federico Piccitto a margine del vertice del consiglio generale di AnciSicilia, che si è svolto ieri pomeriggio a Palermo. Al centro dell’incontro la programmazione di azioni eclatanti da intraprendere contro i nuovi pesanti tagli imposti dai governi regionale e nazionale nei confronti degli enti locali. “Si parla serenamente – sottolinea il primo cittadino – di fallimento degli enti locali, come di qualcosa di scontato. Ma stiamo scherzando? Il tutto, peraltro, mentre chi è il vero responsabile del disastro di questi ultimi anni, a Roma e Palermo, non si è nemmeno posto il problema di porre un freno alle scelte scriteriate effettuate finora. Un esempio? La quota complessiva dei trasferimenti per i Comuni è passata in soli 4 anni da 900 a 200 milioni di euro nel 2015, e questi stessi sono addirittura ancora in forse”. Tra le proposte elaborate durante il consiglio di ieri, la richiesta di immediata convocazione di un tavolo tecnico tra Stato, Regione ed Ancisicilia. Le bandiere degli edifici comunali di tutti i Comuni, fino ad allora, resteranno a mezz’asta in segno di protesta. Il 28 gennaio, per 5 minuti, saranno spente le luci dei palazzi comunali di tutta la Sicilia nonché di una parte dei centri cittadini dell’Isola. Ed infine, il 9 febbraio, è in programma una convocazione generale di tutti i consigli comunali della Sicilia, per un confronto aperto sul documento elaborato dal consiglio regionale dell’Anci. “Qualcuno – prosegue il primo cittadino – forse è convinto che al di là delle solite proteste, i Comuni resteranno a guardare, ancora una volta, senza organizzarsi. E la splendida accoppiata Stato-Regione possa di nuovo imporre la sua linea nel silenzio generale. Ma si sbaglia di grosso: la misura è colma, ed ormai è una questione di sopravvivenza. Noi non staremo a guardare in silenzio”.

 

 

 

 

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