FERITE E SPERANZE DELLE FAMIGLIE NEL CUORE DI DIO

Si rinnoverà venerdì 28 novembre a Modica, nell’area attrezzata padre Basile che ospita il cantiere educativo Crisci ranni, la preghiera per la città. Alle ore 18 vi sarà la celebrazione dell’eucaristia presieduta da don Manlio Savarino, assistente assieme a don Paolo Catinello della Caritas diocesana, e quindi si proseguirà fino alle 19,30 con l’adorazione eucaristica. Sarà un momento in cui portare nel cuore di Dio tante sofferenze, ferite e attese delle famiglie che costituiscono il tessuto più significativo di una città. E pregare “con” e “per” le famiglie sarà anzitutto un ritrovare lo sguardo di Dio per come l’ha pensato il secondo sinodo diocesano, uno sguardo di simpatia, e un rinnovare l’impegno a donare alle famiglie ciò che di più proprio può offrire la Chiesa, il Vangelo di Gesù: «Il sinodo – si legge infatti nella sessantesima decisione – guarda con riconoscenza alle famiglie cristiane, con speranza alle famiglie tutte, e auspica che la nostra Chiesa sappia offrire loro il Vangelo nella sua purezza, con tutta la sua carica di grazia e di gioia. Solo nella misura in cui la famiglia avrà riscoperto Gesù e la luce del suo messaggio, sarà presente con i suoi doni nella Chiesa e nella società». Al tempo stesso la preghiera per la città “con uno sguardo di simpatia per le famiglie tutte” ricorda che, ogni volta che ci sono ferite nelle persone e nelle famiglie, la Chiesa – come ama dire papa Francesco – diventa “ospedale da campo”: ovvero, la prima preoccupazione non può essere il giudizio, ma la cura, la presenza affettuosa, la vicinanza. E sempre il Sinodo della diocesi di Noto, già nel 1996 (e quindi con largo anticipo sugli orizzonti di Vangelo sottolineati da papa Francesco) aveva affermato: «La Chiesa di Noto, convertendosi alla tenerezza di Dio, si impegna ad affrontare i problemi della morale sessuale e della fecondità consapevole di quanto sia complessa la situazione vissuta dai singoli e dalle famiglie. Verso i divorziati risposati, i conviventi, i cristiani sposati solo civilmente o verso quanti vivono in situazioni particolari occorre coltivare un’azione pastorale di accoglienza e non di chiusura, testimoniando a tutti la verità di Cristo nella carità». Ci si riunisce per pregare con la forte convinzione che la preghiera non è evasione dalla vita, ma diventa il momento in cui la vita prende forma davanti al Dio che si è fatto e si fa ogni giorno pane spezzato per noi. Si prega perché, chi ha in carico altri, porta nella preghiera l’amore fino alla misura più alta: la misura di un affidamento a Dio che ci rende responsabili di una donazione senza misura e che sempre accompagna chi confida in Lui. Da qui l’invito a partecipare rivolto a tutti, ma in particolare ai genitori, agli insegnanti, ai catechisti, ai volontari.

 

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it