IL PUNTO SULLE ATTUALI EMERGENZE INFETTIVE IN ITALIA

  Si è appena concluso il XIII congresso nazionale della SIMIT, la Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali, tenutosi a Genova (26-29 ottobre 2014).

Tra i vari argomenti, durante il summit sono state approfondite due problematiche prioritarie e di attualità, cioè le emergenze riguardanti i batteri “resistenti” ed Ebola.

 

– DRUG RESISTANCE

I dati esposti al congresso sulla resistenza agli antibiotici di tanti batteri (divenuti ormai “immuni” a molte terapie antibiotiche) hanno evidenziato come questo fenomeno sia particolarmente diffuso in Italia rispetto ad ad altri Paesi. La situazione è grave ed ha carattere globale; il messaggio lanciato è che l’intera sanità internazionale rischia di perdere la “partita” contro le infezioni batteriche nel futuro prossimo. Ci si ritroverà presto a non poter più fronteggiare moltissimi ceppi batterici perché tanti antibiotici, come armi spuntate, sono e saranno sempre meno efficaci nel combattere le infezioni, anche di quelle che oggi sono banalmente curabili.

L’Italia è uno dei Paesi al mondo in cui si fa’ più uso di antibiotici. Il mix di uso, abuso e cattivo uso di questa classe di farmaci ha determinato nel tempo l’insorgenza del fenomeno “resistenza” che presto, secondo gli esperti, addirittura potrebbe mettere a rischio la sicurezza dei trapianti.

Il prof. Andreoni, presidente della SIMIT, spiega: «Il largo uso che ne è stato fatto negli ultimi 60 anni in medicina umana, medicina veterinaria, in zootecnia e persino nell’agricoltura ha esercitato e continua ad esercitare una potente azione selettiva nei confronti dei batteri (…) Negli ultimi anni l’industria farmaceutica ha registrato un numero sempre più limitato di nuove molecole antibiotiche, per cui già oggi è difficile trattare efficacemente alcuni microrganismi multiresistenti agli antibiotici disponibili».

 

«Da quanto riportato nella pubblicazione Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control), l’Italia risulta tra i Paesi europei con i livelli più alti di antibiotico-resistenza nella maggior parte delle specie patogene sotto sorveglianza.

In particolare:

– Alta resistenza ai carbapenemi in Klebsiella pneumoniae, che si è attestata al 29% degli isolati da batteriemie. Per questa resistenza l’Italia è seconda solamente alla Grecia e, insieme alla Grecia rappresenta una anomalia rispetto al resto dei Paesi europei.

– Alta resistenza alle cefalosporine di 3a generazione (>25%) e ai fluorochinoloni (>40%) in Escherichia coli, anche combinata.

– Alti livelli di resistenza ai carbapenemi in Acinetobacter.

– Persistenza di un alta percentuale (35%) di stafilococco aureo resistente alla meticillina (Mrsa) a fronte di di una media europea inferiore al 20% e a una diminuzione in molti Paesi dell’Unione». (www.epicentro.iss.it – Istituto Superiore di Sanità)

 

Al summit è stato sottolineato come in Italia ci sia in corso una epidemia di infezioni da Enterobacteriaceae (come Klebsiella pneumoniae) resistenti ai carbapemeni, che spesso rappresentano l’ultima soluzione terapeutica laddove tutti gli altri trattamenti antibiotici falliscono … facile quindi evincere la criticità estrema del problema.

Negli ultimi anni c’è stato un incremento notevole delle infezioni associati agli interventi chirurgici che per la loro invasività ovviamente sono soggetti ad alte percentuali di rischio di infezione del sito chirurgico. Da qui la necessità di un corretto uso degli antibiotici soprattutto nelle strutture ospedaliere.

 

Il dr. Cassola, presidente del summit: «Gli antibiotici sono l’unico farmaco il cui maluso si riflette non tanto sul paziente che lo sta assumendo, quanto sugli altri pazienti e sulle generazioni future, perché il maluso provoca resistenze e il prezzo lo pagano i figli (…) Occorre prestare maggiore attenzione all’uso degli antibiotici in agricoltura e nell’allevamento, anche se negli ultimi anni la sperimentazione e lo sviluppo di nuovi farmaci hanno subito un drastico calo».

 

– EMERGENZA EBOLA

Sulla situazione dell’emergenza Ebola così il prof. Andreoni: «La novità principale è che la Nigeria è stata dichiarata “ebola free”. E, dato che anche nel Senegal non ci sono stati ulteriori casi, si può dire che l’epidemia è contenibile. Quello che è riuscito a fare la Nigeria è qualcosa che si può fare in qualsiasi altra parte del mondo. Se si applicano giuste misure l’epidemia può essere contenuta. Gli italiani, quindi, possono stare tranquilli perché il sistema di controllo, con tutte le misure necessarie al contenimento, è già attivo».

 

 

 

 

 

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