LA POLIZIA DI STATO HA CATTURATO NELLA VALLATA TRA COMISO E VITTORIA IL FUGGITIVO AYED RAFIH

La Polizia di Stato alle ore 20:15 di ieri sera a seguito di segnalazione telefonica pervenuta sulla linea d’emergenza 113 ha ricevuto una richiesta d’intervento perché una donna era stata attinta da un colpo d’arma da fuoco.

Oggi alle ore 08.40 una pattuglia della Squadra Mobile ha intercettato l’uomo in aperta campagna ed a seguito di un accerchiamento da parte di oltre 30 Agenti di Polizia è stato catturato AYED Rafih  nato in Tunisia il 12.08.1954 (inserito in banca dati per i seguenti reati: associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, porto abusivo di armi clandestina, detenzione di armi, interdizione legale dai pubblici uffici, interdizione della potestà genitoriale, rapina e ricettazione) e residente a Comiso presso l’abitazione vicina alle campagne dove è stato consumato il delitto. I fatti

La richiedente segnalava al 113 che una donna nel corso di un’animata lite avvenuta tra  vicini di casa, era rimasta ferita e pertanto era necessario con urgenza l’intervento di un ambulanza e della Volante della Polizia di Stato. 

Si susseguivano diverse concitate telefonate in quanto la donna stava morendo e quindi si sollecitava l’intervento del 118, questo anche in considerazione del fatto che la Volante era giù sul posto ed aveva accertato che non c’era tempo da perdere.

Gli operatori di Polizia intervenuti sul posto informavano la Squadra Mobile di quanto accaduto per le immediate indagini, pertanto venivano escussi i testimoni del fatto reato accaduto.

La donna deceduta, grazie all’intervento della Polizia Scientifica, veniva identificata per AYED Sylvie Monjia nata in Tunisia di anni 37. Il corpo si trovava nei pressi di alcuni impianti serricoli di pertinenza dell’abitazione della stessa.  Gli operatori di Polizia apprendevano che la donna, in effetti, a seguito di una lite con il padre (cosa che capitava di frequente), era stata attinta da colpi di arma da fuoco e che l’uomo dopo aver sparato si era dileguato per le campagne circostanti.   

Personale della Polizia Scientifica intervenuto sul posto procedeva al rinvenimento e sequestro di nr. 1 bossolo cal. 7,65 parte della cartuccia esplosa all’indirizzo della vittima.

Gli uomini della Squadra Mobile si dividevano in più gruppi, una parte verbalizzava le dichiarazioni delle persone informate sui fatti, una seguiva le indagini tecnico scientifiche ed il gruppo più consistente unitamente alla Squadra Volanti di Ragusa, al Commissariato di Vittoria ed a quello competente per territorio di Comiso si prodigava a ricercare l’uomo nelle campagne circostanti.

Gli Agenti di Polizia si prodigavano ad avvisare i vicini di casa del fuggitivo della presenza di un uomo ancora armato di pistola, mettendo così al sicuro la vita di ignari cittadini comisani, alcuni dei quali decidevano di allontanarsi da casa e trascorrere in altro luogo la notte. Nel contempo venivano indossati giubbotti antiproiettile e caschi protettivi per la ricerca in zona aperta e bonifiche delle case abbandonate o temporaneamente disabitate.

Casa per casa sono stati inviati i poliziotti per verificare che il fuggitivo non si fosse nascosto trovando riparo in qualche abitazione disabitata o ancora peggio preso in ostaggio qualche residente.

La preoccupazione era sul volto dei familiari che temevano potesse tornare per far loro del male, tanto che una Volante della Polizia rimaneva a presidiare l’abitazione e proteggere i superstiti, mentre i minori, figli della donna venivano affidati temporaneamente ad una vicina di casa, fino a quando non è intervenuto l’Ufficio Minori della Polizia di Stato che ha segnalato quanto occorso alla Procura dei Minori di Catania ed ai servizi sociali di Comiso unitamente alla psicologa per un primo sostegno.

Le ricerche palmo a palmo del fuggitivo davano esito negativo per le prime 10 ore ma grazie ad indagini di tipo tecnico scientifico e lo studio della morfologia del territorio, veniva individuata l’area di interesse investigativo, dove il fuggitivo poteva essersi nascosto.

Alle ore 06.30 veniva effettuata una battuta di ricerca mediante accerchiamento, al fine di far diventare sempre più fitte maglie della rete, facendo così rimanere in trappola l’autore del reato.

Alle ore 07.50 di oggi, il fuggitivo veniva individuato da una posizione privilegiata grazie a termocamera di precisione e quindi il cerchio veniva stretto sempre più velocemente; non c’era tempo da perdere l’uomo era armato, bisognava non perderlo di vista e bloccarlo.

Alle ore 08.40 due uomini della Squadra Mobile lo raggiungevano e quando a 50 metri di distanza il criminale si accorgeva della loro presenza, veniva notato il lancio di un oggetto, probabilmente la pistola, in un dirupo.

Ancora in corso le ricerche dell’arma anche se l’arrestato asserisce di non aver gettato nulla ma che gli è caduta durante la fuga e non ricordava dove. Nonostante tutto è stata effettuata una ricerca in zona con esito negativo e nelle prossime ore interverranno anche le Unità Cinofile Antiesplosivo.  

L’uomo una volta ammanettato è stato portato sui luoghi del delitto con gli Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria che hanno operato l’arresto al fine di ripercorrere le fasi della lite e del conseguente tragico evento, nonché per ricercare l’arma, ma ad oggi non è stata rivenuta.

È stato individuato il luogo dove AYED occultava l’arma, un muretto a secco dove era stato ricavato un incavo invisibile a chi passava vicino ma perfetto per detenere l’arma, soprattutto perché sempre nella sua disponibilità e pronta all’uso.

L’’uomo giunto nei pressi della propria abitazione, mentre faceva i bagagli per il trasferimento in carcere, continuava a ripetere di voler uccidere il genero e che di questo avrebbe gioito ma che non voleva ammazzare la figlia; quest’ultima le si era scagliata contro e lui aveva fatto fuoco.

Tutti gli escussi hanno dichiarato che da sempre i rapporti familiari era particolarmente tesi e che le minacce dell’uomo non erano state prese in considerazione proprio perché mai andate oltre l’uso di parole forti e piene di odio, senza mai passare alle vie di fatto.

La Polizia di Stato al termine della prima fase delle indagini ha proceduto al fermo di indiziato di delitto, stante anche il pericolo concreto di fuga già messo in atto da AYED e per la sua indiscussa pericolosità sociale. 

In queste ore il Sost. Proc. Dott. Scollo Gaetano procederà negli uffici della Squadra Mobile all’interrogatorio del fermato alla presenza del legale di fiducia al fine di chiarire la sua posizione.

La Polizia Scientifica sta completando gli accertamenti balistici effettuati sul posto, elemento che potrà fornire ulteriori dettagli agli investigatori.

Il medico legale a giorni effettuerà l’esame autoptico presso il cimitero di Comiso. 

L’Ufficio Minori della Questura di Ragusa ha assistito il padre e la nonna delle bambine per le fasi delicate della comunicazione di quanto accaduto, peraltro già in parte appreso nelle fasi concitate della lite e dei soccorsi con l’intervento della Polizia.

Le piccole saranno seguite oltre che dai familiari anche dai servizi sociali e da una psicologa per la delicatissima fase che stanno vivendo.

 

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